Pozzomaggiore e i suoi presepi

Ogni anno vari sono i presepi che vengono allestiti a Pozzomaggiore in occasione del Santo Natale: oltre che nella chiesa parrocchiale possiamo ammirarli in piazza Convento, in Santa Croce, in Santa Maria, nell’Ospizio.
Ringrazio veramente di cuore tutti coloro che hanno saputo e voluto dare del loro tempo per mantenere questa bellissima tradizione che ci aiuta a sentire più profondamente il Santo Natale e a gustarne tutta la spiritualità.
Mi piace però mettere in risalto il presepio allestito nella chiesa parrocchiale di san Giorgio, per la sua originalità e il senso artistico.
Il presepio è arte, sentimento, poesia; il presepio è fantasia espressa con grande maestria. Ebbene il presepio in questione è tutto questo.
Le doti artistiche di chi vi ha lavorato appaiono così evidenti a coloro che visitano con attenzione il presepe che li fa rimanere lì attaccati a contemplarne i particolari con grande stupore.
Naturalmente oltre al panorama e alle varie scene di vita familiare e pastorale che riproducono fedelmente il paesaggio e la vita sarda, sono da ammirare i vari personaggi, dalla Madonna a san Giuseppe, dalla massaia al pastore, che con i loro bellissimi costumi sardi delle grandi occasioni si stanno dirigendo verso la Chiesa per celebrare il Santo Natale.
Il tutto si è potuto realizzare grazie al lavoro certosino (ed è stato veramente tanto) e alla maestria di tante persone che voglio ringraziare sentitamente per la loro disponibilità e il loro entusiasmo, nonché per le loro indubbie capacità.
Pertanto invito tutti a visitarlo con attenzione e con tanto sentimento religioso.

Padre Quintino

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Rinnovo delle cariche nella Confraternita della Santa Croce

A più d’uno dei fedeli la sera del 14 settembre u.s. sarà balenato per la mente che la S. Messa in onore della Santa Croce, celebrata all’interno dell’omonima chiesetta, potesse aver assunto in qualche modo una specie di “potere evocatore” di quella abbondante e benefica pioggia scaturita dopo il momento dell’elevazione e scrosciata poi per l’intera serata. Non a caso, infatti, in altri tempi, i nostri padri, al perdurare della siccità, nella stessa Chiesetta, invocavano la pioggia con suppliche e preghiere attivandosi a rimuovere dall’altare il nostro grande crocefisso altrimenti detto “Babbu Mannu” e portarlo in processione. Immancabilmente tuoni e fulmini non si facevano attendere troppo, mentre una copiosissima pioggia cominciava subito a irrorare campi e pascoli ponendo fine alla triste calamità.
La stessa sera, all’imperversare del diluvio, noi confratelli disposti intorno all’altare durante la celebrazione, abbiamo avuto la netta sensazione di essere come protetti dalla paterna bontà di Dio. Questo forse perché ci si trovava quasi sotto le braccia, le grandi braccia amorose del nostro “Babbu Mannu” con le quali pare voler indicare che Egli dalla croce abbraccia proprio tutti, senza riserva alcuna.
Durante la stessa celebrazione il nostro P. Quintino ha reso noto il risultato delle votazioni tenutesi il giorno 9 in seno alla Confraternita per il rinnovo delle cariche.
I risultati sono i seguenti: Priore Graziano Arru, vice-Priore Salvatore Ezzis, cassiere Pier Paolo Filippi, segretario Gigi Usai.

I Confratelli

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Il campo nazionale adulti di Azione Cattolica

Dal 23 al 27 luglio si è svolto ad Alghero, presso la Casa Pier Giorgio Frassati, il campo Nazionale Adulti di Azione Cattolica, dal tema “Questo è il tempo. Adulti non si nasce ma si diventa”. Campo nazionale per responsabili e membri di equipe al quale ho partecipato insieme a Giorgia e Gabriele tra i rappresentanti della Diocesi di Alghero-Bosa.
Una cinque giorni di lavori di gruppo, relazioni, ma soprattutto momenti di confronto e cordialità con tanti amici provenienti dalle diverse diocesi d’Italia.
Il tema del Campo ci ha portato a riflettere a 360 gradi sull’età adulta partendo dal vissuto e dall’esperienza in AC, per vivere da protagonisti le sfide dell’oggi. In una società ormai secolarizzata è necessario formare laici adulti capaci di testimoniare una fede incarnata, amica dell’intelligenza, persone che sappiano percepirsi come soggetti di un itinerario di crescita e non solo destinatari di messaggi, perché la propria esperienza di vita sia condivisa e messa in gioco.
Oggi più che mai è necessario farsi interpellare dalle urgenze formative ed educative per essere veri Adulti, autentici Cristiani che hanno il mondo come casa. Una casa accogliente e rispettosa dell’altro, in cui si sta a proprio agio e in cui ci sono delle regole per poter vivere in pace ed armonia.
Il tutto potrebbe sembrare una sfida, o un volo troppo alto; in realtà è solo l’invito a riflettere e a prestare maggiore attenzione alle persone adulte, una risorsa del nostro tempo e soprattutto delle nostre comunità cristiane. Risorsa da valorizzare da aiutare nella crescita costante e soprattutto da accogliere, “Accogliere con Gioia” come ci richiama il tema dell’Azione Cattolica per l’anno 2009-10.

Tony Calaresu

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Pellegrinaggio 31 maggio – 6 giugno 2009

Partenza da Pozzomaggiore: ore 17, minuti 30, secondi 01; insomma puntualissima. Tutti erano pronti per dare inizio a questo viaggio, ognuno come preferiva: chi con una valigia semivuota con solo l’indispensabile, chi con mille valigie, zainetti e mezza casa dietro. Dopo tutti i noiosissimi saluti e baci […] salimmo in pullman e finalmente fu ufficialmente annunciata la partenza.
Arrivammo a Porto Torres e ci imbarcammo nella mitica “TIRRENIA” pronti a salpare!!! Non ci crederete ma, per molte persone, è stata davvero un’impresa riuscire a trovare la propria cabina: che macello!!! Chi andava a destra e invece doveva dirigersi a sinistra e viceversa; o chi andava avanti e aveva la cabina dalla parte opposta: lasciamo perdere!!!
Fu una traversata anche troppo tranquilla per i miei gusti (dico io: -Che noia!-).
Comunque arrivammo a destinazione e ci avviammo immediatamente alla località di Sotto il Monte, luogo natale di Papa Giovanni XXIII detto “il Papa buono”.
Un luogo magnifico con una lunga e interessante storia racchiusa dentro di sé: la casa del Papa, i suoi ricordi; lì in quel posto era celata tutta la storia del Santo Padre Giovanni XXIII: un’atmosfera davvero divina.
E finalmente il pranzo, forse le portate erano un tantino eccessive, infatti mangiammo abbondantemente e ci alzammo da tavola quasi crepati.
Partimmo per raggiungere la tappa successiva: Peschiera del Garda.
Giungemmo alla meta più che sbalorditi dalla bellezza di quel posto: un luogo alquanto lindo, sul lago, cosa pretendiamo di meglio!
Facemmo un’escursione sul lago di Garda a bordo di un battello: che mal di “lago” (sarebbe errato scrivere mal di mare perché stavamo navigando su un lago!!)
Dopodiché ci avviammo all’hotel Rives a Peschiera: – Altro che pellegrinaggio! A me sembra una gita di lusso, albergo con piscina, c’è poco da scherzare!
Anche la cena fu ottima e abbondante: non possiamo lamentarci affatto.
E martedì arrivò. Sarebbe stata una giornata frenetica e stancante, ma anche divertente, infatti dovevamo trascorrere la maggior parte del giorno nel parco divertimenti fra i più importanti di tutta Italia: il famoso “GARDALAND”.
Per alcuni fu un dì molto scatenato, tra un gioco e l’altro, per altri, invece, fu un giorno dedicato al riposo e alle compere. Molti andarono incontro al problema della perdita dell’orientamento, tanto era immenso tale posto. Anche martedì volò e alle 18:00 partimmo per l’albergo dove cenammo e passammo la notte.
Mercoledì, dopo la deliziosa colazione, andammo per Verona, un’altra città d’arte.
Allora fu il momento di ammirare il famosissimo balcone di Giulietta, luogo in cui Romeo andava ad incontrare la sua amata. Che posto romantico!!!
Dopo la visita guidata a Verona e alla famosa ARENA, sotto il sole che spaccava le pietre (solo il pensiero mi fa star male) andammo a pranzo e ritemprammo il fisico con un pasto sovrabbondante. La sera andammo ad ascoltare la Messa nella magnifica e imponente Basilica di Monte Berico, preceduta dalla spiegazione della storia della nascita del Santuario che, alle origini, era di dimensioni ristrette e che poi diventò immenso.
Dopo ciò, andammo a Padova per la cena e il pernottamento all’albergo “Casa del Pellegrino”. Quando entrammo rimanemmo sorpresi dalla grande differenza tra i due alberghi: uno era enorme e l’altro molto semplice ma, infondo, era o non era un pellegrinaggio? Non dovevamo assolutamente lamentarci perché per i pellegrini era un posto adatto al 100%. Anche il giovedì arrivò in fretta e, dopo la prima colazione, via per Venezia. Visitammo la splendida Basilica di S. Marco, la piazza con il medesimo nome e tante altre bellezze della città.
Pranzammo in un ristorante i cui camerieri erano giapponesi (-Per carità, per fortuna il cibo era italiano; temevo mi presentassero qualche torta di formiche o simili-).
Loro auguravano buon appetito in un modo così strano che d’un tratto mi sembrò che la mia grande fame si fosse ritirata tutta in una volta, ma meno male non ci furono problemi di questo genere. Dopo pranzo eccoci a Murano, tutti a bocca aperta, ammirando la lavorazione del vetro: era davvero straordinario come un maestro vetraio riuscisse in pochi istanti a modellare la pasta e a trasformarla in meravigliosi oggetti luccicanti ma, attenti alle scottature!!
Infatti la pasta veniva portata a temperature a dir poco elevate, per potersi poi modellare a proprio piacere. Terminato ciò tornammo in albergo per la cena e la notte. Il venerdì iniziò subito con una solenne Messa alla Basilica di S. Antonio seguita dall’illustrazione multimediale della vita del Santo.
Poi, tempo libero dedicato alle spese e alle 12:00 in punto “tutti a tavola”.
Dopo pranzo ultime compere e subito dopo circa 5 ore di viaggio per andare a Genova per l’imbarco.
Ops… mi sono scordata di un particolare: nessuno è tornato a mani vuote, soprattutto riguardo alle maschere di Venezia.
Certi sono tornati con un etto, altri con un chilo ed altri ancora con una tonnellata di ricordini: non so come il pullman abbia potuto resistere a tanto peso!!
Ci imbarcammo nella nostra nave per il ritorno in Sardegna.
La traversata non fu tranquilla come all’andata, anzi, anche se procedette tutto bene, ci fecero prendere un grande spavento.
Infatti alle 2:00 del mattino, iniziò a suonare il campanello, utile per comunicare gli avvisi di giorno, ma anche con funzione di allarme per la notte.
Questo rumore ripetuto a intervalli regolari ci fece pensare a male.
Infatti la maggior parte di noi si vestì e, fra una tremarella e un battito di denti, si affrettò a leggere il foglio di emergenza presente in ogni cabina.
Quando i cari marinai furono soddisfatti di averci fatto rabbrividire, parlarono al microfono dicendo con una disinvoltura che mi fece innervosire: -Equipaggio…-
Solo allora capimmo che era stato un falso allarme e il nostro nervoso raggiunse il culmine. Per fortuna tutto filò liscio e tornammo a Pozzomaggiore, felici e contenti anche se ancora con un po’ di nervoso dalla notte.
E anche questa gita termina qui, ci vediamo il prossimo anno con un altro interessante viaggio alla scoperta dei luoghi più santi…

Elisabetta Filippi

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