Maggio: tempo di Cresime e di Prime Comunioni

Domenica 23 maggio 2010, nella parrocchia di San Giorgio Martire in Pozzomaggiore, noi, ragazzi della classe 1997 (Andrea Amati, Simone Amati, Letizia Carboni, Marco Casule, Andrea Corongiu, Andrea Cossu, Dario Cossu, Gian Mario Cuccuru, Carlo Loi, Gianni Loi, Antonella Manca, Edvige Meloni, Giulia Pinna, Licia Pinna, Francesco Pira, Arianna Piu, Sara Ruggiu, Alessia Sanna, Matteo Sanna, Valentina Sanna ed Elisa Zedda) abbiamo ricevuto il Sacramento della Cresima ovvero della Confermazione degli impegni battesimali. Finalmente abbiamo compiuto il grande passo che ci ha portato a diventare veri e propri membri della comunità cristiana. Oltre a questo ci sono stati conferiti i sette grandi doni dello Spirito Santo che ci dovrebbero guidare nel corso della nostra vita. Questa giornata è stata speciale anche perché è coincisa con la festa della Pentecoste e la cerimonia si è svolta in contemporanea in quasi tutte le parrocchie della diocesi di Alghero/Bosa.
Le emozioni provate durante questo magnifico evento sono state tante. La prima è stata senza dubbio la felicità che ci ha accompagnato nel corso della mattinata e la convinzione di diventare “adulti nella fede” cioè credenti motivati e maturi, ma si sono fatte sentire anche tensione e preoccupazione a causa dell’importanza del Sacramento che stavamo per ricevere. Tuttavia la cerimonia si è svolta in un familiare clima di festa e di gioia di tutta la nostra comunità parrocchiale. Eravamo consapevoli che sarebbe stato non solo un punto d’arrivo ma soprattutto un punto di partenza per essere persone migliori.
Un momento ricco di significato e particolarmente commovente è stato senz’altro quando accompagnati dai nostri padrini e madrine il parroco Padre Quintino Manca, delegato dal Vescovo Mons. Giacomo Lanzetti, ha segnato le nostre fronti col Sacro Crisma, trasmettendoci così il sigillo dello Spirito Santo che diventerà la nostra guida, la nostra luce e la nostra forza.
Siamo molto contenti di aver confermato gli impegni battesimali. Ormai ci sentiamo pronti ad affrontare le difficili prove che la vita ci riserverà in futuro, certamente questi doni sono qualcosa che ci porteremo dentro per sempre e dovremo cercare di sfruttarli nel miglior modo possibile, riuscendo a dare un contributo importante nell’ambito della nostra comunità che ci ha visto crescere.
Ringraziamo con affetto il nostro parroco Padre Quintino Manca e le nostre catechiste, la Sig.ra Pina Castagna e la Sig.ra Giovanna Cossu, per averci guidato lungo il cammino spirituale che ci ha condotto al ricevimento del Sacramento della fortezza e del coraggio cristiano.

Carlo Loi


Domenica 16 maggio i bambini del 3° corso di Catechismo hanno fatto la Prima Comunione.
I tre anni di catechismo sono stati più che utili affinché essi comprendessero l’importanza della completa partecipazione al mistero eucaristico, in un clima di serenità e affiatata compartecipazione.
La celebrazione della Messa è stata viva e attraente, partecipata dai bambini e dai loro genitori, nonché da tutta la Comunità parrocchiale che ha voluto stringersi attorno a questi ragazzi per far festa insieme.
Testimonianza di carità in quel giorno così importante, sono state le offerte per le missioni da parte dei bambini, e si spera che queste vadano via via a sostituire gli esagerati addobbi floreali che spesso si vedono negli altari.
La carità infatti dovrebbe essere il primo vero grande ricordo della prima comunione, così da costituire la base per una futura corretta interpretazione anche dell’andare a Messa.
Noi catechiste siamo soddisfatte della costanza e dell’interesse con cui i bambini hanno partecipato agli incontri di catechismo e ci auguriamo che continui a crescere l’entusiasmo con cui il parroco P. Quintino promuove iniziative che suscitano in tutti il desiderio di vivere assieme momenti gioiosi come è stato in quel indimenticabile 16 maggio.

Rosa e Michelina

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In memoria di una sorella francescana

Apparteneva a quella categoria di persone che osiamo definire “semplici” o “semplicione” per la bonarietà e ingenuità, delle quali si direbbe che “non hanno voce in capitolo”. Ma dietro questa sua semplicità e ingenuità si celava una grande nobiltà d’animo.
Maria Antonietta Pinna sorella francescana del terz’ordine secolare, classe ’46, insegnante di scuola materna in pensione, di tutti quei bimbi avuti come alunni nei suoi 25 anni e più di insegnamento nelle scuole materne di Pozzomaggiore e di Bonorva non ne dimenticò mai uno. Tutti erano stati per lei come figli. Quando capitava di incontrarne qualcuno ormai adulto, chi padre o madre di famiglia e chi no, era una sincera e festosa manifestazione d’affetto.
Il suo chiodo fisso era l’esercizio della carità a tutto campo.
Una cristiana di serie A. Di quelle che mancheranno tanto alla parrocchia.
Se talvolta, in seno alla fraternità francescana, anche da ministra, ebbe a manifestarsi irata o polemica fu perché forse ebbe a riscontare attorno a sé tiepidezza e scarso entusiasmo nell’ideale francescano.
Non di rado, all’uscita della messa parrocchiale, chiedeva umilmente di poter venire con me a portare Gesù nelle Specie Eucaristiche agli ammalati. Era per lei una vera gioia poterli abbracciare e confortare. E questo nonostante fosse sottoposta a grave disagio per il male incurabile che portava dietro da anni.
Se ne è andata quasi in punta di piedi, senza dare troppo disturbo, con la sua Edvige nel cuore.
Ora che, con lei, con San Francesco, con gli angeli e i santi, è associata al Mistero di Cristo, preghi per noi, per la nostra fede, per la fede della nostra comunità e quella della fraternità francescana, ma soprattutto per quella dei giovani innanzi ai quali si prospettano tempi sempre più difficili.

Gigi Usai

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Un pullman di gratuità

Un folto gruppo di amici dell’AC incontra a Quartu Sant’Elena i missionari e i volontari della Comunità di Villaregia. Cronaca di una festosa giornata trascorsa all’insegna della conoscenza reciproca e della condivisione.

Domenica 7 febbraio un gruppo della parrocchia ha vissuto una giornata fuori dall’ordinario a Quartu S. Elena, e più precisamente alla casa della Comunità Missionaria di Villaregia.
L’idea del viaggio, partita dal consiglio di Azione Cattolica, è nata dall’esigenza di consegnare una grande quantità di beni alimentari e vestiario raccolti durante le feste natalizie, grazie alla nostra comunità che ancora una volta si è dimostrata molto generosa nei confronti di chi ha più bisogno. Oltre a questo c’era il piacere di accogliere l’invito da parte dei missionari: infatti, è da ormai qualche anno che la parrocchia collabora con la comunità sarda di Villaregia, che ha sedi sparse per l’Italia e opera in particolare in America Latina e Africa.
Al viaggio ha partecipato un gruppo di circa 40 persone tra ragazzi, giovani, giovanissimi e adulti, carichi di curiosità ed entusiasmo, ma anche di voglia di fare visto che appena arrivati tutti hanno collaborato a scaricare dal pullman buste e scatoloni frutto della raccolta.
L’accoglienza da parte di padre Kleber e suor Agata, così come dei volontari Emanuela e Sandro, fatta di sorrisi e strette di mano è stata speciale. Dopo un momento di riflessione insieme e la Celebrazione Eucaristica, al momento del pranzo ci siamo ritrovati in una grande sala festosa piena di persone, missionari, volontari e tanti laici che si trovavano lì per compiere un cammino spirituale, e anche noi come loro abbiamo condiviso parte del pranzo con gli altri, consuetudine nella comunità.
Al pomeriggio, divisi per fasce d’età, abbiamo percorso una mostra ricca di oggetti, pannelli illustrativi, ricostruzioni, nella quale siamo stati invitati a ragionare sui beni fondamentali di cui usufruiamo quotidianamente, come l’acqua, la luce e dei beni di consumo, sebbene superflui, di cui ormai non possiamo più fare a meno; ma soprattutto di come nei paesi in cui operano le missioni tutto ciò non è presente, in quanto si vive in uno stato di assoluta povertà.
Concluso questo lungo percorso, durante il quale le guide hanno ascoltato le nostre riflessioni, ma anche dubbi e obbiezioni, c’è stato illustrato il metodo con cui sono gestiti i beni raccolti per essere poi spediti in missione. Grandi magazzini dedicati, per esempio, allo smistamento dei vestiti, suddivisi per taglie e stagioni; degli alimenti, raccolti per tipologia e per scadenza; ma anche materiale scolastico e soprattutto medicinali: infatti grande è la raccolta di medicine, uno dei beni più preziosi, che vengono stipate in modo che una scatolina ne possa contenere il più possibile così da ottimizzare i costi del trasporto. I missionari si avvalgono della collaborazione di tutti coloro che decidono liberamente di dedicare un po’ di tempo alla comunità per accogliere e smistare le offerte, o anche solo per rispondere al telefono; tutto viene accettato con gratitudine e riconoscenza dal momento che le comunità di Villaregia vivono solo di ciò che gli viene generosamente donato.
Al termine della giornata, dopo una riflessione e la Benedizione, è arrivato il momento dei saluti e dei ringraziamenti reciproci.
Durante il viaggio di ritorno grande era la soddisfazione da parte di tutti noi per aver fatto questa esperienza. Ora sicuramente la collaborazione con i missionari di Villaregia sarà più consapevole, perché abbiamo potuto vedere che tutto ciò che gli viene consegnato serve effettivamente ad aiutare famiglie, bambini o chiunque ne abbia bisogno nelle terre di missione.

Francesca Poddighe

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Le vacanze formative dei nostri adolescenti

Il campetto della pastorale giovanile…
Tre giorni in montagna a che fare? Non attrezzati di sci e che con spensieratezza ci tuffiamo giù lungo la discesa piena di neve. Ma in una casa immersa nel verde a 1000 metri di altezza. Bultei, nel cuore della Sardegna, un paese di cui fino ad oggi non avevamo neanche sentito parlare, è stato teatro dei nostri tre giorni vissuti assieme con altri giovanissimi della diocesi.
Un’esperienza che abbiamo voluto vivere per la prima volta e che diciamo subito è stata più che positiva e che senz’altro ricorderemo a lungo.
Ma passiamo subito a raccontare brevemente cosa abbiamo fatto.
Appena arrivati un po’ storditi dal viaggio alcuni animatori ci hanno portato nella nostra camera: molto bella e pulita, d’altronde la struttura era nuovissima. Un po’ di tempo per sistemarci e poi appuntamento nel piano di sotto per la prima lezione.
Suor Ines ci parla di quattro abilità importantissime: forza, resistenza, coordinazione e velocità, insieme alle dimostrazioni pratiche. Poi un po’ di giochi, per fare conoscenza con gli altri ragazzi; cena, animazione notturna, preghiera della sera e a letto. Anche se poi fino alle 4 del mattino ne abbiamocombinato di tutti i colori facendo disperare gli animatori.
La mattina dopo alle 7, il traumatico risveglio; subito le lodi del mattino, colazione e un’altra lezione: i grandi Sì che Maria ha detto al Signore. Pranzo e altra lezione: il mettersi in relazione. Poi la Messa con don Stefano.
Il 29 l’animazione notturna è particolarmente bella: canti, balli e giochi. Poi a letto, e questa volta, distrutti, ci addormentiamo subito.
La mattina dopo, le lodi e un riepilogo delle precedenti lezioni. A mezzogiorno la Messa con il Vescovo e poi l’ultimo pranzo. Infine i saluti.
Tre giorni intensi, vissuti all’insegna dello spirito comunitario e della gioia: fare amicizia con altri è stata la cosa più spontanea, condividere momenti di formazione, preghiera, divertimento la cosa che più ci ha affascinato e preso.
A noi sono rimasti tanti particolari nel cuore, ma forse quello che ci ha riunito tutti è stato l’ambiente familiare ed accogliente della cappella, dove nessuna ha avuto timore di mostrare il vero sé con parole, pensieri e canzoni.
Ritorniamo al paese carichi, ma soprattutto pieni e soddisfatti. Quel senso di vuoto che generalmente ci prende quando siamo in paese senza far niente, non c’è più. Ora siamo ragazzi che hanno imparato ad apprezzare il tempo e a saperlo vivere intensamente e fruttuosamente.
Volete sapere?
Siamo ENTUSIASTI.
I tre giorni vissuti a Bultei devono rimanere impressi nella nostra mente e darci forza perché in paese possiamo cambiare qualcosa.
Vogliamo dire ai nostri coetanei che forse dobbiamo cambiare il nostro modo di trascorrere il tempo perché sia più positivo e costruttivo.
Concludiamo ringraziando padre Quintino per averci spinti a fare questa esperienza stupenda.

Marilisa, Eleonora, Laura, Manuela, Dario, Samuele, Daniele

… e l’incontro del Vescovo con i ragazzi cresimati
Siamo i ragazzi di terza media che il 29 dicembre abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere una giornata a Bosa.
Di buon mattino (si fa per dire erano le 9!) siamo partiti accompagnati da tre macchine. Arrivati a destinazione subito la prima sorpresa: una calorosa accoglienza da parte di alcuni seminaristi che tra l’altro ci hanno anche offerto un’abbondante colazione. Poi si sono aggiunti altri ragazzi di Bosa.
Successivamente è arrivato il Vescovo il quale ci ha parlato della sua scelta di diventare sacerdote.
Ha preso poi la parola don Giancarlo continuando il discorso del Vescovo, aiutato dai seminaristi che ci hanno proposto una scenetta con un messaggio ben preciso: quello di non badare tanto a ciò che può dire la gente sulle nostre decisioni, ma di andare avanti decisi.
Infine abbiamo visto e commentato la vita del beato Pier Giorgio Frassati.
Abbiamo concluso con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da don Mario, e poi… ragazzi si mangia. Abbiamo consumato il pranzo portatoci da casa.
Il pomeriggio è stato vissuto all’insegna del divertimento con alcuni animatori i quali ci hanno fatto conoscere anche dei giochi a noi sconosciuti.
Concludiamo dicendo che è stata una giornata diversa dalle altre, divertente, piacevole e istruttiva.

I fedales del 1996

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