I missionari di Villaregia ci scrivono…

Carissimi P. Quintino e Comunità Parrocchiali di Pozzomaggiore e Semestene,
siamo rientrati dalle vostre rispettive parrocchie, dopo la settimana missionaria, con cuore riconoscente a Dio, e a ciascuno di voi, che ci avete accolti in modo semplice e fraterno. Siamo stati bene insieme.
Abbiamo contemplato la bellezza del panorama che circonda i vostri paesi, ricchi di spiritualità. È facile pensare a Edvige Carboni, al Centro Mariano, alle belle chiesette e alla fede semplice e profonda delle persone!
Un grazie speciale a P. Quintino, al Sig. Sindaco e alla sua Giunta, insieme a tutte le persone che hanno partecipato al pranzo comunitario, preparato con tanta cura per rendere ancora più bella la festa.
Ci sembra di avere cercato insieme il Signore e di avere amato l’uomo, soprattutto i più poveri della missione.
Portiamo vivo il ricordo dell’incontro con i giovanissimi, desiderosi di impegnarsi nel voler fare qualcosa per gli altri e dei vari momenti celebrativi, soprattutto la novena del Natale con la partecipazione gioiosa e simpatica dei ragazzi.
La scuola, luogo speciale dell’incontro con i bambini. i ragazzi e i giovani, è stata ancora un momento forte per approfondire un dialogo con il mondo, con le problematiche che avvolgono la vita dei poveri.
Nei vari Centri d’ascolto abbiamo percepito una grande sete della Parola di Dio ed un desiderio profondo di conoscere la realtà missionaria. È stata una porta che si è dischiusa per farci entrare e rivelarci la bontà del cuore di ciascuno.
Ringraziamo Dio per la vita degli ammalati e degli anziani. La loro testimonianza ci edifica, ci tonifica e rincuora nelle scelte di vita. Sulla loro sofferenza, offerta e vissuta per amore, si costruisce il Regno di Dio che avanza.
Continuiamo a rimanere uniti per costruire la famiglia di Dio generata dalla comunione.
Le porte di casa sono sempre aperte per accogliervi. Grazie.
Un abbraccio fraterno.

I Missionari della Comunità Missionaria di Villaregia
P. Kleber – Maria Celeste – Norma Teresa

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Una grande esperienza, una grande emozione, un grandissimo Papa, Benedetto XVI

Nel 1993 quando ebbe inizio “l’avventura” del coro di Pozzomaggiore, mai avremo pensato o ancor più immaginato che un giorno avremo varcato la soglia dell’Aula Paolo VI in Vaticano, ed esibirci al cospetto del Papa cantando i nostri brani sacri, particolarmente il brano “Babbu e su paradisu”; è stato un minuto intenso di canto e di sentita partecipazione, durante il quale il gruppo dei cantori si è compattato esprimendo il meglio delle sue qualità canore, seguito attentamente dal Papa che ci indicava con la mano. Un lungo applauso di ben 12.000 persone presenti in aula ha gratificato pienamente il nostro impegno.
Alla presenza del Papa non eravamo soli, ma accompagnati da un folto gruppo di parrocchiani, guidati dal nostro parroco P. Quintino Manca, il quale con grande impegno ha fatto sì che la nostra Parrocchia fosse al nostro fianco. Un vivo ringraziamento oltre a P. Quintino e a tutti coloro che ci hanno accompagnato, va anche al nostro Sindaco e a tutta l’amministrazione comunale, unitamente al presidente del Comitato Edvige Carboni, prof. Ernesto Madau.
Cantare in Vaticano è sempre stato il nostro sogno nel cassetto e l’obbiettivo principale dei tanti direttivi che si sono avvicendati alla guida dell’associazione. Numerosi sono stati i tentativi che per più svariate cause non sono andati a buon fine, nonostante l’impegno profuso. E’ mancata sempre la determinazione.
Un bel giorno di ottobre un corista, di sua iniziativa, prende carta e penna e col cuore in mano esprime con sentimento e tanta semplicità il desiderio che alberga nel suo cuore. Queste poche e semplici parole, che di seguito brevemente riportiamo, arrivano dritte al cuore del Santo Padre, il quale, tramite il prefetto della Santa Sede James M. Harvey, accoglie immediatamente la richiesta.
Carissimo Santo Padre,
mi rivolgo a lei con tanta umiltà e devozione verso Dio e tutta la Santa Chiesa, che ne è il capo sovrano, degno sostituto di San Pietro.
Le scrivo con la speranza che possa avere il tempo di leggere e ascoltare questa mia umile preghiera, e che possa dare al coro di Pozzomaggiore, di cui io faccio parte, l’opportunità di cantare alla sua presenza anche una sola canzone. Sua Santità, capisco che lei sia tanto impegnato e anche che questa mia richiesta possa quasi rientrare nell’assurdo; ma io confido nel Signore che possa concederci la grazia…

Segue una breve cronistoria del coro, del paese, soffermandosi in particolare sulla figura della nostra concittadina Edvige Carboni, serva di Dio, auspicando che al più presto venga beatificata e innalzata agli onori degli altari.
Grazie Andrea Casule a nome di tutti i coristi: hai dimostrato a noi tutti, e non solo, che la semplicità e la bontà d’animo sono capaci di realizzare grandi cose e di regalare a tutti importanti, significative ed indimenticabili esperienze di fede e di vita associativa.

Gli amici del Coro

La musica esalta l’uomo
Il coro è uno strumento che aiuta a crescere dentro, insegna il valore delle regole, la disciplina e la regolarità dello studio, educa la ragione ed il sentimento, abitua alla chiarezza, alla precisione e all’equilibrio.
La musica è la più spirituale delle arti, la musica è suono come suono è la voce dell’uomo; suono naturale che esce dall’interno dell’anima ed è uno strumento dato dalla natura. Musica, suono, voce, tempo…
Il tempo è quello che trascorre via, il tempo è la nostra vita, mentre la musica è parte di noi stessi.
La musica usa il mezzo di comunicazione più antico e primordiale: la “voce”… coniugando musica e voce si conquista la parte più nobile dell’uomo: la ragione ed il pensiero.
La musica è dentro ognuno di noi specialmente a chi appartiene al mondo della coralità ed esprime il desiderio della ricerca, di preservare la tradizione e di quel qualcosa che dà senso alla vita al di là di tutte le nostre fragilità ed i nostri limiti.
La musica è un’arte che non conosce l’azione corrosiva del tempo e rappresenta un faro che illumina sia il passato che il presente e l’avvenire. Il coro di conseguenza come altri esecutori, costituisce un ponte diretto ed immediato fra il creatore e l’umanità.

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A proposito della riforma Gelmini

Anche a Pozzomaggiore, come già è accaduto in moltissime parti d’Italia, un gruppo di genitori degli alunni della scuola dell’infanzia e primaria, in collaborazione con alcuni insegnanti degli stessi plessi, ha dato vita a un comitato allo scopo di confrontarsi e richiamare l’interesse di quante più persone possibili circa i cambiamenti cui andrà incontro la scuola pubblica a seguito dell’approvazione della legge nota come “riforma Gelmini”.
La costituzione del comitato nasce, in primo luogo, dalla necessità di approfondire i reali contenuti della riforma: abbiamo, infatti, notato che, benché quasi quotidianamente i media nazionali affrontino questo problema, raccogliendo l’opinione dei favorevoli e contrari, solo occasionalmente la discussione va al di là dei proclami e si spinge ad analizzare la legge nei suoi reali contenuti, così che, ancora oggi, è possibile registrare sul tema una grande confusione.
L’esempio più eclatante è quello relativo all’introduzione, a partire dall’anno scolastico 2009/2010 e, presumibilmente, dalle prime classi, del maestro unico e agli effetti che detta introduzione produrrà sul modello di scuola incentrato sul tempo pieno, ossia sul modello didattico utilizzato dalla nostra scuola e articolato su 40 ore settimanali di insegnamento affidato a due insegnanti, ognuno dei quali con proprie specifiche competenze didattiche.
Da quando il decreto Gelmini è stato approvato il Ministro continua a ripetere che il tempo pieno “non verrà toccato”; ci chiediamo tuttavia come ciò sarà possibile, visto che l’art. 4 del decreto recita testualmente che “le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un UNICO INSEGNANTE e funzionanti con orario di 24 ore settimanali” e che lo schema programmatico del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca aggiunge ” nella scuola dell’infanzia l’orario obbligatorio delle attività educative … si svolge solamente nella fascia antimeridiana, impiegando una sola unità di personale docente per sezione” mentre “nella scuola primaria va privilegiata l’attivazione di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali”.
Il regolamento sopra richiamato, prevede, è vero, la possibilità di una “più ampia articolazione del tempo scuola”, subordinandola, però non solo alla domanda delle famiglie ma anche alle “dotazioni organiche assegnate alla scuola”; in ogni caso è lecito chiedersi cosa si intenda con tale più ampia articolazione, visto che l’insegnamento delle discipline saranno comunque affidato ad un unico insegnante e relegato alle 24 ore settimanali. E’ il ritorno del vecchio e generico dopo scuola? In che modo verrà articolato? A chi saranno affidati gli alunni? Chi, in concreto, sosterrà il costo di tali ore aggiuntive rispetto al modello di 24 ore settimanali privilegiato dalla legge?
Ad oggi non sono state fornite idonee risposte a queste domande.
A noi sembra che la riduzione generalizzata del tempo scuola, il superamento del sistema del tempo pieno così come è stato utilizzato in questi anni e le altre scelte effettuate con la riforma Gelmini ( aumento degli alunni per classe, eliminazione delle compresenze, insegnamento della lingua straniera affidato non più a docenti specializzati ma allo stesso insegnante di classe, formato con la frequenza di un corso di 150/200 ore (!!) e la riqualificazione della scuola dell’infanzia, con gli anticipi in ingresso a due anni e mezzo e addirittura a due anni nelle aree montane, senza alcuna previsione di utilizzo di personale specializzato per tale fascia di età), si concretizzerà, di fatto, in una diminuzione non solo quantitativa ma anche qualitativa dei tempi e delle risorse dedicati alla formazione ed educazione dei bambini, e sia il frutto non di esigenze pedagogiche ed educative (tanto è vero che si è arrivati alla legge senza sentire il parere di chi, insegnante, pedagogo, educatore opera nella scuola) ma solo ed esclusivamente di esigenze di carattere economico e finanziario.
A sostegno di questo ricordiamo che, a seguito della riforma, verranno tagliati, secondo le stime del Ministero dell’Istruzione, ben 87.000 posti di lavoro tra gli insegnanti e 44.500 fra il personale A.T.A. e che i fondi destinati all’Istruzione verranno decurtati, come stabilito nella Legge Finanziaria, di una somma pari a 8 miliardi di euro.
Forse, in un’epoca di crisi economica internazionale, si pensa che la nostra società non possa permettersi di continuare a spendere per la scuola; crediamo invece che sia necessario chiedersi se possiamo permetterci di tagliare sulla cultura, la formazione e l’educazione, se possiamo permetterci di non investire sulla preparazione dei bambini che certo non sono gli stessi di quarant’anni fa né con riferimento alla problematiche quotidiane, né con riferimento alle sfide che li attendono.
Per queste ragioni invitiamo tutti i genitori, in quanto tali e in quanto cittadini, a prendere consapevolezza della direzione che sta prendendo la nostra scuola e a mobilitarsi contro una riforma che ci riporta indietro e non tutela le esigenze formative ed educative dei nostri figli.

Il comitato dei genitori di Pozzomaggiore contro la riforma Gelmini

NdR. Pubblichiamo il presente articolo in spirito di servizio ma non vogliamo essere di parte.

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Nell’intimo cerchiamo il TUO aiuto Santa Madre di Dio

La festività della madonna della Salute

Il trascorso mese di Settembre è stato contrassegnato da una grande adesione e Intensa religiosità verso Maria Santissima Madonna della Salute che a visto partecipe gran parte della cittadinanza di Pozzomaggiore, con la recita giornaliera del Santo Rosario (seguito dalla S. Messa!) visto come preghiera di questi tempi e, non più, come orazione confinata al passato e da ricordare con malinconia; questo a conferma di quanta devozione sia presente nella popolazione che, seppur formata da svariati strati sociali, mostra allo sguardo del visitatore un accomunarsi allo stesso intento, quale è tale grande venerazione verso la Madre di Dio, difficile da uguagliare nel mondo di oggi così fatuo e dispersivo. (altro…)

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