Giovedì 8 giugno: giorno da ricordare.
Si inizia con il pellegrinaggio a N.S. di Luche (Illorai) con una breve sosta per rinvigorire le nostre fibre spirituali ai piedi e alla scuola della Madonna.
Un’ora intensa, raccolta, ristoratrice, in questo Santuario immerso in un avvolgente verde da farci esclamare tutti: che bel posto!
Conclusa questa prima sosta, prettamente spirituale, il nostro programma continua sotto forma di gita. Gita turistica, culturale e ricreativa.
La successiva meta è Nuoro. Una elegante, signorile e pulita cittadina dove il verde la fa da padrona assoluta.
Parcheggiato il pullman ci siamo diretti al Museo del Costume, alcuni (i bambini di oltre 70 anni) col trenino, altri (i più coraggiosi) a piedi. L’impatto è stato ottimo. Abbiamo potuto ammirare i migliori costumi (maschili e femminili) oltre alle varie maschere, ornamenti, amuleti e strumenti musicali, che rendono la nostra Sardegna veramente unica e famosa.
Il programma procede tutto tranquillo e in perfetto orario con una breve sosta ai piedi dell’Ortobene per visitare la famosa “Chiesetta della Solitudine”, più volte ricordata nei romanzi di Grazia Deledda, le cui spoglie vi hanno trovato nel 1959 la definitiva, desiderata sepoltura.
Ma il nostro desiderio è arrivare in cima all’Ortobene (m. 955) attraverso la bella strada panoramica, per poter ammirare e godere dall’alto lo splendido panorama; e dobbiamo dire che non siamo stati delusi.
Un panorama a 360 gradi che spazia lontanissimo sotto lo sguardo benevolo della statua del Redentore (m. 7), collocata per volere di tutti i Vescovi della Sardegna in occasione dell’Anno Santo del 1900.
Naturalmente anche quando si gira e ci si sazia di tanta bellezza della natura, il corpo ha sempre bisogno di ristorarsi… ed eccoci allora invadere il ristorante che si trova proprio sull’Ortobene per saziare la nostra fame corporale.
Pranzo buono, succulento, ma senza esagerazioni per rimanere ancora un po’ agili e continuare il nostro cammino, anche se qualcuno non ha badato a certe precauzioni e si è abbuffato rendendo la propria “pancia” ancora più vistosa e rotonda.
Adesso non ci rimane altro che la visita a Orgosolo (5.000 abitanti), fiero paese in posizione panoramica, noto non solo per il banditismo del recente passato, ma anche per i suoi costumi e i suoi oltre 250 murales. Abbiamo passeggiato ammirandone l’aspetto turistico del paese, notandone anche l’aspetto fiero della popolazione, soprattutto negli uomini.
Con grande piacere e gioia abbiamo anche visitato la tomba e la casa della Beata Antonia Mesina, morta 70 anni fa, ricordando anche la nostra concittadina serva di Dio Edvige Carboni.