Uno dei momenti che ha caratterizzato la settimana della XX^ Giornata Mondiale della Gioventù è stata la catechesi che tutti i giovani hanno seguito nelle diverse parrocchie tedesche in diverse lingue ma con gli stessi temi.
In particolare noi giovani di Pozzomaggiore abbiamo partecipato il 18 e il 19, dalle 9 alle 13, alla catechesi con il Cardinale di Palermo mons. De Giorgi e il Vescovo di Verona mons. Lanfranchi.
Il tema della Giornata Mondiale “Siamo Venuti per Adorarlo” ha ispirato le due giornate focalizzate sul valore dell’Eucaristia e dell’Adorazione.
Il giovedì 18 mons. De Giorgi, partendo dalle parole di San Paolo “vana sarebbe la nostra fede se Cristo non fosse morto e risorto”, ci ha condotto alla riscoperta del vero significato dell’Eucaristia, da vivere come persona viva che si dona a noi.
In quel giovedì di duemila anni fa, Cristo si è donato a noi come corpo e sangue (cioè nella sua pienezza) e ha anticipato la sua passione e morte in croce. Ci ha amati sino alla morte ma non ci ha lasciati soli, è rimasto tra noi vivo e vero sotto le specie eucaristiche. Mons. De Giorgi ha evidenziato che nel sacrificio della Croce, Cristo si offre da solo per noi mentre in quello eucaristico ci chiede di unirci come chiesa al suo dono. Ecco allora perché siamo chiamati ad accostarci degnamente all’Eucaristia per nutrirci di Lui e diventare con Lui una cosa sola.
Dopo la riflessione, suddivisi per gruppi, abbiamo riflettuto su quanto è stato detto e abbiamo formulato alcuni quesiti. Sentite le risposte di mons. De Giorgi, abbiamo concluso con la celebrazione della Santa Messa.
La catechesi del 19 non poteva non collegarsi alla riflessione sull’Eucaristia, approfondendo in particolare il tema dell’adorazione per “vivere nel mondo come veri adoratori di Gesù”.
Adorazione da vivere come riconoscimento di appartenere ad un Dio che è padre, riscoprirsi creatura amata gratuitamente. Questo amore gratuito, ha sottolineato mons. Lanfranchi, ci spinge a far di ogni nostra azione un opera d’arte preziosa agli occhi di Dio.
Uno stimolo a vivere in modo diverso la nostra vita, a non mettere Dio al primo posto, in contrapposizione a tutto il resto, ma a porre Dio all’unico posto senza antagonisti.
In sintesi, siamo chiamati a vivere la nostra vita offrendo ogni nostra azione a Dio, facendo del nostro quotidiano un culto divino che ci spinge a fare sempre la sua volontà. Al termine della sua riflessione mons. Lanfranchi ci ha ricordato le parole di Edith Stain che diceva “mi sento più libera quando obbedisco a Dio”, un paradosso tra obbedienza e libertà che solo in Dio diviene realtà, per libera adesione.
Come per il giorno precedente sono seguiti i lavori di gruppo, le domande al Vescovo e la celebrazione liturgica.
Possiamo con gioia concludere affermando che la GMG non è stata caratterizzata solo da camminate, fame e fatica ma anche da una crescita spirituale, accompagnata dalla partecipazione alla Santa Messa e dalla preghiera che ha scandito le varie fasi delle nostre giornate.
Tony Calaresu