Quest’anno nel quale si celebra il Grande Giubileo del 2000, noi giovani ci siamo trovati coinvolti in una manifestazione molto significativa e importante: la GMG 2000. E’ stata un’esperienza indimenticabile che è iniziata con la partenza da Pozzomaggiore con uno stato d’animo di chi va a Roma solo per fare un viaggio di piacere. Una volta arrivati ci si è accorti però della realtà dei fatti.
Il clima di festa generato dal grande giubileo si è sentito già dal momento in cui abbiamo messo piede a Civitavecchia. In 8 giorni di pellegrinaggio che ha riportato Roma al centro dell’attenzione di tanti devoti, specialmente giovani, c’è stato un momento molto particolare e molto bello che ha lasciato nei nostri cuori una sensazione mai provata sino ad allora: l’ingresso nella Porta Santa.
Questa sensazione può essere data dal fatto che, oltrepassando la Porta Santa, abbiamo ottenuto l’indulgenza plenaria, cioè la totale remissione della pena conseguente ai peccati.
Durante il pellegrinaggio verso la basilica di San Pietro, passando per via della Conciliazione, ci siamo raccolti in preghiera seguendo dal libricino ciò che veniva detto negli altoparlanti. Questo è stato il momento più importante del Giubileo e quindi per la preparazione ad oltrepassare la Porta Santa.
Si procedeva in ordine seguendo la fila di gente che man mano si riversava all’interno della Basilica.
Quando giunse il nostro momento e cioè quando noi del gruppo di Pozzomaggiore e Romana varcammo la Porta Santa, scoppiarono all’interno dei nostri cuori, una gioia ed un’emozione tanto grandi che nessuno di noi aveva mai provato.
Lacrime, sorrisi erano le uniche cose che si potevano scorgere nei nostri volti. Eravamo tutti senza parole per la bellezza della Basilica. Una cosa immensa. Un’emozione super. Ai nostri occhi si presentò uno scenario bellissimo: ragazzi inginocchiati o seduti per terra che pregavano. Anche noi abbiamo fatto la stessa cosa.
Usciti dalla basilica sentimmo una tal voglia di trasmettere agli altri ciò che avevamo provato noi. A questo punto capimmo che non si trattava di semplici emozioni, ma di qualcosa di indescrivibile che soltanto chi vive la stessa esperienza ne può comprendere il significato.
Gian Mario Sole e Giovanni Piras