Caro padre Quintino,
il Signore ti benedica e benedica il lavoro svolto fra noi.
Purtroppo non posso essere presente fisicamente, ma ti assicuro la mia preghiera.
Comprendo i sentimenti che albergano nel tuo cuore, il pastore dà la vita per le pecore, e tu hai dato il meglio di te, gli anni più fecondi del ministero sacerdotale; perdonaci se non siamo stati capaci di corrispondere al tuo amore per la nostra comunità.
Il bene che hai fatto è nascosto nel granaio del cielo e nel cuore di Dio, che saprà ricompensarti delle nostre ingratitudini.
“Beati in poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli”, e tu, caro padre Quintino, sei stato, e sei, un sacerdote distaccato dagli onori terreni, hai sempre cercato prima il regno dei cieli, che è Gesù, e la sua giustizia; il resto era di conseguenza.
Noi sacerdoti siamo fratelli, e come fratelli ci siamo voluti bene, sappiamo che il discepolo non è più del maestro. Non è un addio, ma un arrivederci.
Come ha già fatto padre Mario (nella Celebrazione di giovedì 3, ndr) anche io ti confermo la mia gratitudine: mi hai sempre accolto, mi sono sempre sentito a mio agio.
Sono sicuro che ancora tanto bene farai, ovunque il Signore, per mezzo del tuo nuovo vescovo, ti invierà.
Ti chiedo solo una cosa: non dimenticarti di noi.
La Beata Edvige Carboni ti accompagni.
Grazie di tutto e per tutto.
Padre Giampaolo Pais