E così dopo ben 23 anni è giunto il momento di salutarci…
Ho trascorso ben la metà della mia vita sacerdotale qui a Pozzomaggiore, assieme a voi che la Divina Provvidenza mi ha fatto incontrare. La mia salute è da un po’ di tempo che non mi aiuta, ed è per questo che con senso di responsabilità son giunto a prendere la decisione di rimettere, nelle mani del Vescovo, il mandato avuto nel lontano 26 novembre del 1995. Lascio quindi questa Comunità che ho cercato di servire sempre con grande passione ed entusiasmo fino a quando ho potuto. Ora è giusto mettermi da parte e lasciare che forze nuove e fresche possano lavorare in mezzo a voi e con voi, perché possiate continuare nel cammino della conoscenza e dell’amore al Signore.
Lasciare una comunità, e quindi degli amici, non è così facile. Ma lo faccio per vostro rispetto, perché son convinto che quando uno non può più, per vari motivi, svolgere fino in fondo tutto il compito che gli è stato affidato, è meglio che si faccia da parte. E così, dopo ben 60 anni di lontananza da casa, ritorno a stare un po’ con i miei, finché il Signore lo vorrà, mettendomi a disposizione del Vescovo di Ales-Terralba.
Non guardo quanto, con l’aiuto del Signore, son riuscito a fare, ma mi rammarico soprattutto per ciò che non son riuscito a fare. Volevo soprattutto fare della Parrocchia una famiglia unita nel Signore. Non ci sono riuscito per vari motivi. Pazienza. Mi auguro che ci riesca il mio successore.
Nel salutarvi e lasciare questa Comunità voglio prima di tutto dire il mio grazie:
– Grazie a Dio per tutti i doni che in questi lunghi anni mi ha concesso e dell’amore che mi ha riservato, facendomi maturare umanamente e spiritualmente.
– Ringrazio i vari Vescovi che si sono succeduti, e che mi hanno sempre rinnovato la loro fiducia nel lasciarmi lavorare in questa Comunità.
– Grazie di cuore a voi tutti: ragazzi, giovani, adulti, ammalati… Grazie alle varie associazioni e gruppi parrocchiali per la vostra sincera e fattiva collaborazione; per la vostra vicinanza, per le vostre preghiere, e per il servizio che avete svolto con fede e competenza assieme a me in questi anni.
Ma dopo i ringraziamenti credo sia giusto e doveroso chiedere perdono e scusa per quanto non sono riuscito a fare, per incapacità o per scarsa volontà. Chiedo scusa in particolare a tutti coloro verso i quali non sono riuscito a sintonizzarmi e quindi non sono riuscito a farmi capire. Ma vi garantisco che vi porto tutti nel cuore, non ho rancore verso nessuno, e vado via con cuore libero e aperto; con la convinzione di aver fatto quanto era nelle mie capacità. Son venuto senza niente, me ne vado con un bagaglio non indifferente di esperienza e di umanità, nonché con una fede più forte. Infine chiedo la vostra preghiera perché possa continuare a rendermi disponibile ed utile dove la Provvidenza mi metterà.
Auguro a tutti voi che possiate crescere sempre di più nella fede e nell’amore verso il Signore, e che questa comunità sia sempre viva e unita: lasciate da parte divisioni, contrasti, litigi… Ricordatevi che il Signore non deve dividere, ma unire. La divisione e la discordia non appartengono al Signore. Siate aperti e disponibili soprattutto in questo anno di Grazia che si apre davanti a voi in occasione della Beatificazione di Edvige Carboni.
Accogliete con gioia, riconoscenza e disponibilità piena il nuovo parroco P. Antonio Annecchino, che il Signore, tramite il Vescovo, vi manda. Ricordate: il Sacerdote non viene mai per se stesso, ma in nome della Chiesa e per servire la Comunità. Accoglietelo come dono di Dio e con grande disponibilità a collaborare, perché il Sacerdote può fare tanto solo se voi lavorate e collaborate con lui nel nome del Signore. Il Sacerdote da solo non potrà mai fare niente…
A voi tutti, in modo particolare ammalati e persone sofferenti, il più cordiale e sincero fraterno saluto.
Buon cammino nella conoscenza e nell’amore del Signore.
Vi abbraccio tutti. Grazie.
P. Quintino
A queste parole, inizialmente pubblicate sul giornalino parrocchiale Comunità di dicembre, nel corso della Santa Messa di saluto, celebrata sabato 5 gennaio 2019, padre Quintino ha voluto aggiungere quanto segue.
Il mio saluto alla comunità tutta già l’ho espresso nei giorni scorsi tramite il foglio “Comunità”.
Ho scelto questo canale pensando che così potesse giungere a tutte le famiglie, anche a coloro che per vari motivi non sono presenti in Chiesa. Questa sera, se permettete, vorrei solamente lasciarvi un messaggio… che poi è il motivo di fondo delle feste che stiamo celebrando in questi giorni.
Gesù viene nel mondo, viene tra la sua gente, per costruire una Comunità, una Famiglia; dando compiti, incarichi ben precisi a ciascuno, tutti indistintamente, nessuno escluso. Per cui tutti dobbiamo sentirci impegnati a portare ovunque questa buona notizia che Gesù è venuto a comunicarci.
Abbiamo iniziato questo anno 2019 che per la Comunità di Pozzomaggiore resterà nella storia: anno di grazia che il Signore ci concede per vivere l’evento straordinario della Beatificazione di Edvige Carboni. Saranno cinque mesi intensissimi questi che si prospettano davanti a voi.
Perché quest’anno sia veramente speciale è indispensabile sentirsi COMUNITÀ. Ed è il titolo del foglio mensile, Comunità, perché era lo scopo che volevo raggiungere.
E sentirsi Comunità significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri.
Significa pensare un futuro comune, da costruire insieme.
Significa essere responsabili, perché ciascuno di noi è, in vari modi, protagonista del futuro del proprio paese.
Responsabili tutti, rispettando ruoli e competenze.
Bando quindi ai protagonismi… il protagonismo porta alle sopraffazioni, le sopraffazioni portano alla divisione… e in questo modo formare Comunità sarà impossibile.
L’anno della Beatificazione di Edvige, e la coincidenza del cambio del parroco, devono riportare in ciascuno di voi entusiasmo, e me lo auguro tanto. Ma entusiasmo vero, fondato sulla voglia di cambiare, lasciandoci guidare solamente dall’esempio di Edvige, che poi è la base del messaggio cristiano.
Il mio augurio è che il nostro non sia solamente un impegno materiale, intento a preparare la festa nelle sue componenti esteriori; ma che sia Veramente una festa spirituale per tutta la comunità di Pozzomaggiore, per tutta la diocesi, per tutta la Chiesa.
Concludo con il mio grazie a voi tutti… il mio saluto sincero e affettuoso, e il mio augurio di ogni bene per tutto il tempo che il Signore vorrà concederci. Anche se non più assieme abbiamo davanti a noi il tempo che il Signore vorrà donarci, da vivere sempre con fede, con fiducia e con gratitudine verso il Signore.