Entusiasmante tournée del Coro di Pozzomaggiore a Cracovia dall’11 al 14 novembre. Il Coro, magistralmente diretto dal maestro Giuseppe Serra, che nel solo 2017 ha tenuto oltre venti concerti, è volato in Polonia per portarvi il proprio canto e una gioiosa ventata di Sardegna.
A Cracovia, a ragione considerata la capitale culturale della Polonia con i suoi oltre 100.000 studenti che frequentano la prestigiosa e antica università, ha cantato alcuni pezzi del vasto repertorio, animando, già la sera dell’arrivo, le vie dell’intatto centro storico che si snodano intorno a piazza Rynek Glowny, una delle più grandi d’Europa, centro nevralgico della vita pubblica, commerciale e culturale della città.
Cracovia è la città di Karol Wojtyla: qui il futuro pontefice visse per tanti anni, studiando e lavorando come umile servo di Dio. Ed oggi è considerato, a pieno titolo, l’uomo che ha cambiato, per molti versi, la storia dell’umanità.
Il giorno 12 alle 12,30 nel santuario a lui dedicato, voluto dal card. Dziwisz perché diventasse un luogo di fede, cultura e amore misericordioso, per rafforzare l’unità fra i popoli e il rispetto per l’uomo nella costruzione della civiltà dell’amore, e nel ricordo e con gli insegnamenti delle parole “aprite, anzi spalancate le porte a Cristo” pronunciate dal papa il 22.10.78 all’inizio del suo pontificato, il Coro ha avuto il privilegio di accompagnare la solenne concelebrazione eucaristica.
All’offertorio è stato presentato, dagli emozionati presidente e direttore, un cesto con i prodotti del nostro paese, il pane e il vino, i dolci, i formaggi della Latteria Sociale, i testi dei gosos composti dal poeta Antonio Maria Pinna in onore di san Giovanni Paolo e di Edvige Carboni, cantati all’inizio ed alla fine della messa. Abbiamo consegnato, inoltre, l’ultimo libretto che riassume, in poche pagine, la vita arricchita da doni singolari del Signore della ormai prossima alla beatificazione Edvige.
Il gratificante applauso delle centinaia di fedeli presenti (numerosi gli italiani) ha accompagnato il Coro davanti al presbiterio per la foto di rito e l’ultimo canto prima del commiato.
Ringraziamo di vero cuore quanti si sono adoperati per favorire la nostra presenza in un posto che conserva e approfondisce l’eredità di Giovanni Paolo II.
La sera i nostri canti sono riecheggiati nella cappella dedicata a santa Kinga, patrona dei minatori, posta a 101 metri sotto terra nella miniera di sale Wieliczka, a 13 km da Cracovia, la più grande e monumentale fra le tante, ricavata nei circa 300 km di gallerie, poste su 9 livelli: noi nel corso della nostra visita ne abbiamo percorso solo 3, fra corridoi serpeggianti, fino ad una profondità di 135 mt mentre musiche di Chopin accompagnano il meraviglioso spettacolo delle luci di tanti laghi naturali.
Le cappelle ci presentano un mondo diverso con bellissimi altari, magnifiche sculture, bassorilievi e fantastici dettagli che rendono gli interni raffinati e allo stesso tempo caldi ed accoglienti, una vera e propria delizia per gli appassionati d’arte. Naturalmente non mancano sculture dedicate a san Giovanni Paolo. La miniera, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità nel 1978, è oggi in disuso e viene visitata giornalmente da 6/7.000 persone, producendo una ricchezza di non poco conto…
Il giorno 13 la prevista visita ai campi di sterminio di Auschwitz – Birkenau. Un viaggio nelle pagine più tristi dell’era contemporanea, un posto dove tutti dovrebbero recarsi almeno una volta per vedere con i propri occhi l’orrore che è stato, per non dimenticare. Un viaggio tra luoghi intrisi di dolore in cui l’aria è ancora satura di morte, dove la crudeltà umana, spinta a livelli inimmaginabili, ha annientato milioni di persone per – questa la giustificazione dei nazisti – la soluzione della questione ebrea, giustificazione ideologica del più tremendo genocidio della storia. Veramente difficile non farsi sopraffare dall’emozione alla vista di tanto orrore; qui il Coro ha preferito non cantare ma rispettare un religioso silenzio.
La sera ancora canti per le strade e nei ristoranti dove abbiamo gustato i piatti tradizionali: fra i tanti i pierogi (ravioli ripieni di formaggio, frutta, funghi e cavoli), la zuppa di barbabietola e la zurek (minestra di farina di segale acida) che, bontà loro, ci hanno sfamato, e tanto altro ancora…
Il giorno 14 rientro a casa, onorati di avere reso omaggio ad un grande papa, quale è stato Carol Wojtyla, e aver fatto conoscere al nobile popolo polacco un pezzo della nostra meravigliosa Sardegna.
Il Coro, che si prepara a festeggiare nel 2018 25 anni di attività, il 22 dicembre, nella Parrocchiale di san Giorgio, proporrà, insieme ad altri artisti, il consueto concerto di Natale, e il 3 febbraio 2018 la seconda edizione di Cantigos e binos che è andata a sostituire la più nota Cantigos in carrela.
Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo pieno come un uovo di quello che tutti desideriamo.
Per il Coro l’augurio di un 2018 pieno di bel canto, canto che, se chiamati, leveremo volentieri al Signore quando avverrà la beatificazione della venerabile Edvige.
Tonino Pischedda