In questo 2019 sono state davvero storiche le date del 25 maggio e del 15 giugno per la nostra diocesi di Alghero-Bosa e, segnatamente, per la comunità parrocchiale di Pozzomaggiore. La traslazione delle spoglie mortali di Edvige Carboni nel suo paese natale e la successiva cerimonia di Beatificazione, hanno profondamente toccato il cuore di migliaia e migliaia di fedeli che hanno sempre stimato la santità di vita della stimmatizzata sarda.
A coronare le due date e, in un certo qual modo, chiudere, le celebrazioni per la nuova Beata per questo 2019, è stata la solenne e toccante cerimonia svoltasi nella chiesa parrocchiale di San Giorgio a Pozzomaggiore il pomeriggio del giorno 4 ottobre, alla presenza del Vescovo P. Mauro Maria. In una chiesa gremita all’inverosimile, con sedie aggiunte in tutte e dieci le cappelle e quasi duecento persone costrette a rimanere in piedi perché senza posto, il vescovo ha benedetto la cappella dedicata alla nuova Beata: la prima sulla destra per chi entra. Era dedicata a san Giuseppe, il cui simulacro rimarrà su un gradino dell’altare, vista anche la devozione che Edvige sempre nutrì verso il santo patriarca; ma era anche la più storicamente recente rispetto a tutte le altre e su cui, rispetto alle altre, si poteva architettonicamente intervenire senza modifiche o stravolgimenti particolari.
Il Vescovo ha scelto la data del 4 di ottobre, in quanto Francesco di Assisi ed Edvige Carboni furono entrambi toccati dalla contemplazione di Gesù Crocifisso, che donò ad entrambi i segni della sua Passione. Edvige era, oltretutto, una francescana del Terzo Ordine secolare sin dal 1906; il mese di ottobre, inoltre, è il mese dedicato al carisma di Paolo della Croce, fondatore dell’ordine dei padri Passionisti, della cui spiritualità Edvige si nutrì nell’ultimo decennio di vita, specialmente negli ultimi due anni e mezzo sotto la direzione di P. Ignazio Parmeggiani.
La celebrazione è iniziata con la benedizione dell’acqua e l’aspersione del popolo, mentre, in contemporanea l’urna con le spoglie veniva traslata dal presbiterio alla cappella devozionale da quattro componenti del Movimento e quindi sistemata all’interno della capiente teca in vetro, posta sotto la mensa appositamente creata per accoglierla. Palpabile la commozione di tutti i presenti e dello stesso Vescovo coi sacerdoti concelebranti. Benedette le pareti e la mensa, dopo qualche minuto di preghiera silenziosa, si è ritornati in presbiterio per la S. Messa, magistralmente animata dal coro parrocchiale e da alcuni professionisti già presenti alla cerimonia di Beatificazione, sotto la direzione del maestro Francesco Solinas.
Ecco qualche passaggio dell’omelia tenuta da P. Mauro durante la celebrazione: “Gesù […] si presenta come mite e umile di cuore. […] Ma in fondo sta dicendo che per vivere la nostra esistenza, queste due realtà, sono le realtà fondamentali. Noi sappiamo che ogni tratto di mitezza del cuore produce in noi e intorno a noi benessere. […] Pensate la solennità di oggi di Francesco di Assisi, fratello universale, e pensate le caratteristiche così prossime a Francesco di Edvige. Una donna che in fondo per questa sua adesione alla persona di Gesù dentro la storia, pur avendo motivi di avercela con più di qualche d’uno, ha vissuto questa esperienza della mitezza e dell’umiltà così fortemente che la sua vita, pur pestata in certi momenti, […] è stata una vita, qui il parallelo con Francesco è fondamentale, colma di letizia”. Ed ancora “Festeggiare oggi la solennità del patrono d’Italia Francesco d’Assisi e benedire anche questa cappella qui nella chiesa, la sua chiesa di Pozzomaggiore, dove le sue reliquie saranno venerabili al popolo di Dio, ci porta davvero a cogliere che cos’è importante a questo punto della storia. Perché brilla Francesco? […] Francesco – ha spiegato Padre Mauro – è ancora un coagulo così forte per il popolo di Dio ed è così brillante dentro la storia che ancora e ancora è come se fosse vivo. Perché è vivo. Edvige: quali sono i modi in cui vive questa dimensione e qual è il segreto? Come non morire per la storia? Come essere eloquenti oltre il tempo e contro il tempo? I sentimenti di Gesù, abbracciati e sostenuti. Non c’è altro. Questi due fratelli, questo uomo e questa donna, sono così vivi, perché, in fondo, la scelta di vita che hanno fatto sono i sentimenti di Gesù. […] Guardate come la parola di Dio illumina la vita del popolo di Dio e insieme quanto alcune vite, beni, del popolo di Dio inverano, fanno vera, questa parola del Signore. E questa pozzomaggiorese, bisogna dirlo, ha inverato nella sua esistenza, precisamente questa parola di Dio. Essere concittadini, essere prossimi, essere vicini, di una donna, di una persona che ha dato vita al vangelo così intensamente come Edvige. Questo, direi, ci fa molto onore. Questo è preziosissimo. È una testimonianza che edifica la nostra esistenza.[…] Chiediamo la sua intercessione – l’invito del Vescovo a conclusione dell’omelia – perché tornando nelle nostre case, lì dove scorre la storia, davvero possiamo individuare qual è quel sentimento ancora non evangelizzato, non cristiano, che non ci permette di gioire e che diventa una spina dolorosa per noi e per gli altri”.
Alla fine della celebrazione, tutti i fedeli presenti si sono voluti soffermare in preghiera davanti all’urna della Beata, lasciandovi ai piedi fiori e corone del rosario o strofinando sul vetro i propri fazzoletti.
La devozione per la Beata Edvige appare, in effetti, molto sentita. Diversi sono stati i pullman e le parrocchie che dal 1° di settembre si sono mossi verso Pozzomaggiore: Bolotana, Ollollai, S. Vero Milis, Sassari.
Senza scordare i 200 pellegrini, tra cooperatori, ex allievi, suore e sacerdoti della famiglia salesiana, guidati da don Angelo Manca e don Francesco Marcoccio, vicario ispettoriale della ICC, giunti domenica 6 ottobre da diverse parti della Sardegna: Sassari, Cagliari, Lanusei, Nuoro, Guspini e Macomer. Dopo aver seguito una conferenza sulla spiritualità e la missione della Beata tenuta dal biografo prof. Ernesto Madau e la celebrazione della S. Messa, i salesiani si sono fermati nei locali parrocchiali a consumare il pranzo. Dalle ore 14.30, fino al tardo pomeriggio, si è fatto visita alla casa in cui Edvige Carboni nacque e ricevette le stimmate.
Ernesto Madau e Antonio Carboni