Il saluto a padre Quintino del Consiglio Pastorale parrocchiale

Intervengo a nome del Consiglio Pastorale parrocchiale, organismo di cui faccio parte in qualità di responsabile della comunicazione, per rivolgerle il ringraziamento ed il saluto per gli oltre 23 anni vissuti in mezzo a noi come parroco.
Ricordo perfettamente il giorno del suo insediamento nel lontano 1995: suo fratello don Ireneo precedeva la processione con nelle mani il Vangelo, quel Vangelo che lei ha saputo utilizzare per scuoterci, per ricordarci che esistono valori fondamentali che devono guidarci nell’agire quotidiano da veri cristiani.
Da allora tante cose sono cambiate: l’aver voluto dare l’impronta prettamente religiosa a ricorrenze che stavano diventando solo ed esclusivamente appuntamenti laici, ad esempio la festa della venerata Madonna della Salute tanto cara ai pozzomaggioresi.
In questi anni abbiamo apprezzato la sua semplicità, il suo non rientrare negli schemi, mirando all’essenziale, caratteristica propria dell’essere cristiani, qualità presente in lei in maniera chiara e forte.
Sono stati anni di fatiche condivise, e qui mi riferisco in particolare agli anni del mio mandato da sindaco, quando, nel rispetto assoluto dei ruoli, ci prodigavamo per regalare l’agio al nostri concittadini ricercando soluzioni, nuovi stimoli, privilegiando le flange della popolazione più deboli, e i giovani, le nostre speranze di domani, popolazioni in rincorsa per essere a loro volta classe dirigente, olio motore per fare girare agevolmente i farraginosi meccanismi del vivere civile in una società sempre più in affanno.
Momenti di fatica, gioia e dolore condivisi, affrontati in sinergia di azione, scrivendo la storia della Parrocchia con il suo parroco, con il Comune e i cittadini.
Ha voluto tante opere che danno lustro a Pozzomaggiore: cito solo ad esempio la sistemazione dell’area di Santa Maria, Santa Croce, la casa di Edvige Carboni, l’oratorio annesso al centro di aggregazione sociale, realizzando spazi sportivi e ricreativi per offrire ai ragazzi il miglior ambiente possibile.
Ha aperto tutte le porte delle chiese, dei saloni e dei locali parrocchiali, mettendoli a disposizione delle associazioni religiose e culturali, dei cittadini; il caffè dopo la messa domenicale, il pranzo sociale ogni mercoledì, ha fondato la radio e il giornalino parrocchiale, mezzi di informazione preziosissimi che arrivano in tutte le case.
Per ultimo ha realizzato il museo dei paramenti sacri visitato giornalmente da decine di persone, che riporta alla memoria i sacerdoti che hanno operato a Pozzomaggiore.
Ha da sempre organizzato con successo pellegrinaggi nei maggiori santuari italiani e all’estero, gite sociali, campeggi.
Il suo modo di essere parroco ha fatto risaltare la presenza di Cristo in seno alla sua Chiesa portando la parola del Vangelo in luoghi e contesti non usuali.
Ha dato stimoli al Comitato di Edvige Carboni, che presto vedremo Beata, lavorando in sintonia con il Comitato stesso, ma in particolare con il prof. Madau, con i passionisti e il nostro vescovo padre Mauro.
Noi ci adopereremo per essere terreno fertile dove far crescere il buon seme da lei piantato e lavoreremo per fare di Pozzomaggiore e della sua parrocchia un mondo migliore.
Quando disferà le valige riponga con orgoglio all’interno dell’album dei ricordi tutte le cose belle che ha fatto per noi, e lasci al vento gli incidenti di percorso, nella considerazione che ha saputo mostrare anche le debolezze di uomo, e di tanto gliene diamo atto.
Il nostro vescovo ha accolto la sua domanda di essere dispensato dal gravoso incarico, e grazie anche alla disponibilità data dal nuovo parroco padre Antonio oggi si concretizza il suo desiderio, avendo raggiunto ad abbundanziam quota cento, di tornare al suo paese natale.
Non si dimentichi di noi, venga a trovarci quando vuole, ci accolga se avremo bisogno dei suoi consigli, del suo aiuto. L’aspettiamo, se non prima, in occasione della solenne cerimonia di beatificazione di Edvige.
Purtroppo in circostanze come questa le parole non riescono mai a dare il senso vero e completo dei sentimenti che ciascuno di noi prova dentro di se, ma lo leggo negli occhi di tutti: il sentimento che spunta è quello della riconoscenza.
Ciao padre Quintino, padre, fratello, amico. Resterà sempre nei nostri cuori e nella storia di Pozzomaggiore.
Buon rientro a Terralba, buon meritato riposo, e come amava sentirsi salutare il compianto don Castagna, Cristo regni!

Tonino Pischedda

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