E’ uno dei rari privilegi del Sindaco in carica quello di poter brindare alle 100 primavere di un concittadino vestendo, per la solenne occasione, la fascia tricolore.
E’ una emozione forte stringere a se una persona che ha vissuto ben 100 anni, che porta con se 36.525 giorni di vita o, se volete, 52.596.000 minuti, che hanno segnato il tempo compiuto dalla nostra simpatica nonnina, zia Peppina Pinna, nata al mondo a Pozzomaggiore il primo gennaio 1911, prima di 8 figli, da Giovanni Antonio e Paolica Pinna.
Arrivare alla veneranda età di 100 anni: è appurato dagli scienziati che solitamente la percentuale della popolazione italiana che arriva a questa soglia lo fa dentro un corpo che ha perso da tempo la sua agilità, spesso perdendo numerose facoltà mentali, diventando praticamente prigionieri di un corpo in cui non ci si riconosce più. Tutto muove dal fatto che la macchina umana non è progettata per superare, allo stato, certe soglie di età. La longevità è stata da sempre uno dei sogni più frequenti dell’umanità, che l’ha cercata, e continua a cercarla in mille modi; dall’assunzione dei vari elisir di lunga vita o sottoponendosi a severe diete alimentari, a regimi di vita morigerati o altro ancora.
Mi viene voglia di chiedermi: “è auspicabile vivere così a lungo, oltre un certo tempo biologico?”. Come si vive a 100 anni, cosa si pensa, cosa si soffre, come si intravede il futuro, cosa si ricorda e, in particolare, come si ricorda il tempo passato? Siamo vivi per esserci veramente o vivi proiettati in un’altra dimensione dove tutto è relativo? E’ esaustivo l’aver consegnato un testimone alle popolazioni in rincorsa pieno di tante esperienze maturate nel corso di un secolo, è premiante sicuramente.
Tutte queste domande le abbiamo rivolte a nonna Peppina il 1° gennaio, il giorno della sua festa, iniziata con la sobria cerimonia religiosa in chiesa, seguita da quella tenutasi nella sala consiliare del Comune. Ci ha dato risposte confortanti, chiare, forti e vivaci. Sembrava non sentisse il peso dei suoi anni. Alle 10 in punto il sorriso smagliante del metro e 45, o giù di li, della nostra simpatica vegliarda illumina di vitalità e di simpatia la penombra della maestosa chiesa di San Giorgio, allontanando da se il braccio protettore offertole dalla figlia Mariuccia. Le scarpe ai piedi rigorosamente al rovescio (ecco il motivo del sicuramente dolorante incedere), quale segnale scaramantico, quindi con passo sicuro e orgoglioso, ha preso posto nella sedia posta al centro della navata principale fra le due file di banchi occupate dai fedeli ancora storditi, nella stragrande maggioranza, dalla lunga notte passata insonne per aspettare il nuovo anno.
Al suo fianco i figli Tonino, Paolo, Giovannino, Mariuccia, e un posto simbolicamente lasciato libero all’indimenticabile Pinuccio, nipoti, pronipoti, parenti e tanti amici.
Due nazioni rappresentate, Stati Uniti d’America, dove zia Peppina ha abitato per lunghi anni, e l’Italia, che hanno scandito i ritmi della sua vita. Presenti al cospetto del Signore, per ringraziarLo dei doni ricevuti e chiederne altri ancora, per lei e per tutti noi. Le toccanti parole augurali e di speranza pronunciate da Padre Quintino nel corso dell’omelia, la Messa accompagnata dai bellissimi canti del bravissimo coro parrocchiale diretto da Mariella Fancello, hanno dato un ulteriore solennità al primo giorno dell’anno.
Le parole del Sindaco con l’invito a tutti i cittadini di guardare orgogliosamente avanti, di resistere alle avversità della vita, e la speranza di un 2011 pieno di tante cose belle e di ogni ben di Dio, ha chiuso la parte religiosa. Poi tutti in Comune per i festeggiamenti civili, con l’Amministrazione comunale al completo, in una sala consiliare luminosa arredata con tanti striscioni augurali, torta gigante, baci e abbracci, targa ricordo, brindisi finale con la speranza di vederci tutti insieme, ma proprio tutti, il 1° gennaio 2012 e seguenti insieme a zia Peppina, anche con le scarpe al rovescio. Fortunatamente, al momento del congedo, nessuno si è azzardato a pronunciare la famosa frase “a chent’annos”…
Con l’occasione rendiamo noti alcuni dati relativi alla dinamica della popolazione: al 28 gennaio 2011 siamo 2.748, mentre al 31 dicembre 2010 eravamo 2.755. Nel 2010 sono nati 22 bambini, e deceduti 39 concittadini. Attualmente sono residenti in paese: una persona nata nel 1910, 3 nel 1911, 11 nel 1921, 35 nel 1931, 38 nel 1941, 33 nel 1951.
Tonino Pischedda