Il mistero delle apparizioni

Medjugorie è una piccola località del comune di Citluk, oggi parte del cantone dell’Erzegovina-Narenta.
Dopo circa due ore di volo ininterrotto da Alghero, a bordo di un turboelica della Ucraina Airlines, si atterra a Split (Spalato) e non a Mostar come era stato programmato. Quì ha inizio il vero Pellegrinaggio. Ci troviamo a che fare con un tour operator quasi perfetto e una guida locale “in armi” (cioè: molto agguerrita!). Siamo in terra straniera e, per giunta, fuori dall’Unione Europea, e le persone che vi hanno residenza si improvvisano guide turistiche nonostante, d’Italiano filologico, conoscano soltanto le parole: “scusate” e “per favore”. L’Euro più che sottostimato è, per quel popolo, ancora un egregio estraneo poiché un bicchiere d’acqua al bar costa un euro, come un caffè, una pasta, ecc.
P.Quintino colto alla sprovvista, cerca di salvare capre e cavoli, anche quando le pecorelle del suo gregge vengono disunite e ripartite in diverse strutture ricettive, al motto “ognuno pensi e faccia da se”, ovvero: “il Pellegrino pensa prima a se stesso, e dopo, caso mai, avendone voglia, al prossimo”.
Malgrado ciò, il gruppo regge, e in turbolenta, cristiana e silenziosa rassegnazione, si adegua tenendo sempre presente che è bene stare attenti “che il demonio ci frega”, e si pone alla ricerca di un qualsiasi segno strano il quale segno dia certezza della presenza della S. V. Maria, ma… niente!
La cerca ad ogni angolo di via od orizzonte ma, sia chiaro: rigorosamente in direzione del sole e possibilmente alle ore 18,45, eppure… niente di niente.
Al quarto giorno ecco che in tanti vedono il sole pulsare come un cuore, i suoi colori cambiano, lo si vede ad occhio nudo, senza che gli occhi ne rimangano offesi, altri, all’indomani (ossia al quinto giorno verso le ore 11,45 circa) vedono la croce bianca, enorme, posata sulla cima del monte Krizevac, diventare rosso scuro, porpora ed infine, staccata e sollevata dal piedistallo, diventare nera senza bracci i quali riappaiono d’incanto bordati di bianco per tutto il perimetro della croce ancora rossa (sembra una lingua senza i bracci); si risolleva verso il cielo e va a riposizionarsi con i due bracci ora presenti, sul piedistallo. Diviene viola con i bordi bianchi e al centro nera, si rialza dal piedistallo, scompare e riappare sollevata per posarsi, nuovamente, sul basamento rimasto SEMPRE di colore bianco. Questo avvenimento l’ho visto io insieme a mia moglie, la mattina del rientro a casa, poco dopo aver poggiato, un fazzolettino per raccogliere qualcuna delle gocce di acqua che fuoriescono, in continuazione, dalla coscia destra di un enorme Cristo. Quel Cristo è stato costruito con il materiale fuso delle due bombe lanciate, ed inesplose, a Medjugorje durante il conflitto etnico iniziato nel 1991.
L’attuale giudizio della Chiesa sulle apparizioni e su tutto questo è di “non constat de supernaturalitate” ma la fede della gente comune è dottrina ed è per questo motivo che Medjugorie è divenuta oggi meta di numerosi pellegrinaggi, dove più che miracoli fisici (anche se accaduti!) tanti hanno ricevuto il miracolo della conversione e riappacificazione con Dio.
Meditazioni individuali e di gruppo fanno parte integrante della giornata, e tutti o quasi sentono il bisogno di confessarsi, come se, improvvisamente, si sentissero indegni di stare in peccato in quel luogo di grazia. Il pranzo diventa oggetto di dialogo ed esposizione delle proprie sensazioni, anche perché è l’unico momento di compattazione quasi totale del gruppo. Le discussioni variano le une dalle altre, ma tutte sono accomunate dalla ricerca, e sensazione della presenza indiscussa in quel luogo, della Madre di Gesù.
E’ difficile evidenziare qualcosa in particolare, se dovessimo farlo non sarebbe sufficiente il nostro trascorso a Medjugorje, giacché, per farlo, occorrerebbe una vita (troppi misteri circondano questo luogo!); si avverte, anche, nettamente, la presenza del Demonio che cerca di mettere zizzania dappertutto, a volte ci riesce ma dura poco, poiché prevarica la Pace che tutti cercano e trovano in quei luoghi.
Medjugorie è anche questo, e rivive tutti i giorni l’esempio e la testimonianza lasciata da un sacerdote Francescano, il quale ha reso l’anima a Dio a soli 54 anni, dopo aver terminato come suo solito, la recita della via Crucis del Venerdì sul Krizevac insieme a pellegrini e parrocchiani. Egli era solito dire: “Pregate col cuore, celebrate la Messa con il cuore”. Ricordate, la Madonna di invita con queste parole: “Adorate Mio Figlio con il cuore”; egli non cessava di insegnare ad andare con Gesù e con Maria sul Golgota e poi verso la resurrezione; questo grande Sacerdote si chiamava Dr. Padre Slavko Barbaric.
Lasciata Medjugorie, e rientrato a casa avverto la mancanza di questo luogo, fatto di umanità naturale, con tutti i difetti e i pregi che ognuno di noi ha.
Il desiderio è immediato: ritornare quanto prima a Medj, perché là, la Mamma mi aspetta!!!!

Franco Filippi

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