Dalla semplice ora di catechismo a una esperienza comunitaria in Oratorio

Esaminando il quadro della situazione dei nostri ragazzi, adolescenti e giovani, tutti ci rendiamo conto che qualcosa non va.
Nel nostro paese (grazie a Dio) il 99% dei ragazzi frequenta il catechismo fino al Sacramento della Cresima. Per cui, bene o male ha l’opportunità di crescere e approfondire non solo le nozioni della nostra fede cristiana, ma anche di sperimentare momenti forti e belli di fede vissuta in modo comunitario.
Ma ciò nonostante dobbiamo confessare che le cose proprio non vanno bene.
Nella vita di ognuno di noi, dalla fanciullezza all’età adulta, ci sono tanti blackout più o meno lunghi. Ossia momenti di buio totale in cui si verifica l’allontanamento dalla vita parrocchiale e dai sacramenti.
Questo blackout è più forte e lungo soprattutto dopo aver ricevuto il Sacramento della Cresima.
Davanti a questa realtà dobbiamo abbassare la testa e far finta che tutto va bene?
Il dramma è che le parrocchie utilizzano tantissime energie per portare avanti gli anni di catechismo per l’iniziazione cristiana ottenendone scarsissimi risultati sia dal punto di vista del progresso del cammino che da quello dei contenuti, perché anche i ragazzi che hanno avuto i catechisti più rigorosi sfornano ragazzi religiosamente ignoranti. Pertanto la questione non è da legare ai contenuti, nemmeno all’intensità del catechismo che si propone, e nemmeno ai metodi. Bensì a qualcosa di strutturale che possa avere maggior influsso nella vita sia dei ragazzi che delle stesse famiglie.
Credo sia giunto il momento (anche se purtroppo in grande ritardo, non però per colpa mia) di cambiare rotta.
La mia esperienza sacerdotale mi dice che le migliori parrocchie, le comunità più vive, la maggior presenza dei ragazzi e la loro migliore formazione, si sono verificate in quelle parrocchie dove c’era il “dono” di un Oratorio vivo ed efficace.
Per questo credo sia giunto anche per la nostra Comunità di Pozzomaggiore il momento di dedicare tutti i nostri sforzi fisici, mentali ed economici per la realizzazione, e non solo, ma anche per la funzionalità di un Oratorio Parrocchiale, dove tutte le forze (parrocchia, famiglie, giovani, adulti) dovranno convergere.
Ma qualcuno forse già si sta chiedendo: che cosa è questo Oratorio?!
Per spiegare tutto questo ho fatto già circolare dei fogli (chi non li avesse ricevuti può richiederli in Parrocchia); qui voglio solamente aggiungere qualche breve riflessione per completare le nostre cognizioni sull’Oratorio.
1) L’Oratorio è una scelta di fondo; è parte integrante della parrocchia:
– è casa che accoglie
– è Parrocchia che evangelizza
– è scuola che avvia alla vita
– è cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria
– è un “ponte” tra la strada e la Chiesa.
2) Inoltre l’Oratorio punta sul gruppo e sull’associazionismo.
L’Oratorio accoglie e anima altri gruppi e associazioni (A.C.R., Scout, ludoteca, ecc) di chiaro indirizzo educativo, disponibili ad inserirsi nella comunità più ampia e a collaborare alla crescita della Comunità.
3) Tutta la Comunità Parrocchiale deve sentirsi impegnata nel suo insieme ad animare e promuovere l’Oratorio, con il coinvolgimento di tutti: famiglie, genitori, figli, adulti, giovani e ragazzi.
Sono convinto che se riusciamo a realizzare e portare avanti l’Oratorio, avremo a breve una gioventù meno vuota, più motivata e responsabile del proprio futuro e di quello degli altri.

P. Quintino

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