Da Cascia a Pietrelcina passando per Assisi e Lanciano

Lo splendido pellegrinaggio parrocchiale dal 15 al 21 giugno 2008.

Affrontare un viaggio porta trepidazione, giungere serenamente alla meta porta allegria; poggiare i piedi in località dove li hanno poggiati grandi santi come S. Francesco, S. Chiara, Santa Rita e S. Padre Pio porta pace!
Sette giorni di pellegrinaggio trascorsi in forte, crescente comunione ed accordo di gruppo; sette giorni nei quali la religiosità dell’uomo, delle famiglie, si associa al progetto di Dio anche attraverso l’esempio di Maria, madre e sposa esemplare, e dei santi.
Visitando quei luoghi, fatti di vita e totale consacrazione a Dio mi vengono alla mente tanti “perché!?!”.

Perché un essere umano è spinto ad abbandonare tutto ciò che la maggior parte degli altri vorrebbe avere?…
Tu, Francesco, giovane, ricco e corteggiato, perché di punto in bianco lasci tutte le tue certezze materiali e morali? Eppure la strada di Damasco è lontana da Assisi… Ciononostante “ti cerchi”; vuoi scoprire chi è veramente Francesco e ti ritrovi felice e beato ultimo fra gli ultimi. Inizi a frequentare luoghi che ad Assisi fa accapponare la pelle il solo nominarli, ma la tua “letizia” è così perfetta che Chiara, bellissima e giovane, ti segue. Cosa spinge (e cosa vedono!…) coloro che come voi, Francesco e Chiara, arrivano a tanto? Perché noi non “vediamo” come voi? Cosa cerchiamo noi, pellegrini, calpestando i vostri stessi passi in quelle strade che ispirano raccoglimento e devozione? Forse cerchiamo la “forma mentis” della vita, in poche parole cerchiamo la VERA VITA!
Assisi, paese di spade e balestre, infonde pace, una pace al di sopra di tutte le ansie le paure e le angosce; vi sorge maestosa S. Maria degli Angeli che raccoglie la Porziuncola, piccola ma al tempo stesso, grandiosa chiesa, ed è lì in particolare che sento, quasi tangibile, la vicinanza di Francesco e di Maria. Lì, immagino Francesco sorridente, umile non più presuntuoso, a piedi nudi e malvestito nel suo povero saio che mi fa cenno di unirmi al suo gruppo ma io, troppo preso dalle “cose terrene” non comprendo il suo intento; i miei occhi vedono solo ombre che appaiono e svaniscono per riapparire quando meno me lo aspetto. Sono le ombre dei miei dubbi, delle mie debolezze, del mio essere imperfetto. Cercando risposte ai miei tanti perché, medito e contemplo. Con curiosità vado a S. Damiano e lì imparo a conoscere da vicino Chiara. Che strano, ora le ombre non si presentano; leggendo tra le righe della vita di Chiara comprendo e ricevo tante risposte ma, le ombre sono sostituite da un vago senso di invidia verso quella donna che, come Francesco, da tanto “piccola” è divenuta tanto “grande”! A S. Damiano tutto parla di lei, le stesse pietre delle scale, gli inginocchiatoi che ha consumato per il lungo tempo trascorso in preghiera. Il restante (la basilica) è molto bello (gli affreschi del Giotto sono spettacolari!) ma suscitano soltanto il mio interesse artistico, non quello “vero”, quello spirituale!
Francesco e Chiara, Rita e p. Pio tanto distanti e diversi tra loro eppure uniti nella fede incondizionata e nell’obbedienza: cosa li accomuna? Perché sono stati scelti loro e non io?….Credo che loro abbiano trovato la giusta strada che porta alla “Verità”, quella che io non ho ancora imboccato giacché, anche se non eccessivamente, mi sento attaccato alla vita terrena e, talvolta, dubbioso delle realtà celesti; è per questo che io, nei loro “luoghi” cerco di trovare risposta alla mia umana debolezza.
Lanciano, luogo “del” Miracolo Eucaristico! Eccomi davanti all’Ostia Consacrata divenuta Carne e Sangue e mi ritrovo senza parole… Quell’Ostia, così piccola, manifesta tutta la Maestà Divina, scaccia ogni dubbio sulla veridicità dei fatti accaduti. Incredibile (ma meravigliosamente vero): un grumo di sangue da solo pesa quanto tutti i grumi presenti messi insieme; il gruppo sanguigno (AB rh+) riscontrato sia nella “Carne” che nel “Sangue” è lo stesso della Sacra Sindone e di quello “pianto” dalla Madonnina di Civitavecchia… ed anche il mio!!!
Cascia, paese che conserva le spoglie mortali di S. Rita, mette nell’animo il desiderio di riconciliazione. Davanti al ricordo della vita di questa grande Santa mi domando come possa, una madre alla quale è stato ucciso il marito, rinunciare volontariamente anche ai propri figli!?! Mi rapporto con lei e mi chiedo cosa avrei fatto al suo posto. Non ho una risposta da darmi: sono ricomparse le ombre. Sollevo lo sguardo e vedo “lo scoglio”, maestoso, che nella sua umiltà interseca religiosità e presenza di Dio.
Grandi Santi che hanno reso “grandi” i luoghi dove hanno vissuto ed operato; perciò Dio ce li ha dati come esempi, affinché a loro imitazione potessimo anche noi sentire la Sua voce in mezzo al trambusto della vita quotidiana, potessimo vederLo dentro i mille impegni che ci impediscono la visione di quel Dio che vive ogni istante accanto a noi come ai discepoli di Emmaus. Grandi Santi dei quali il Signore si è servito e si serve ancora oggi perché la creatura umana, da Lui amata oltre misura, possa conseguire la salvezza eterna. Sono lunghe, e forse noiose, queste mie meditazioni, eppure le ritengo salutari non solo per me ma anche per voi che leggete, perciò ve le propongo insieme al mio sentito e sincero ringraziamento al nostro “inossidabile” P. Quintino che ci ha permesso di vivere tutto ciò. Inossidabile non solo perché lo dice il Sindaco, ma anche perché, nonostante le precarie condizioni di salute dalla partenza (e che durante il viaggio sono sensibilmente peggiorate!), si è prodigato in maniera veramente encomiabile affinché tutto andasse nel migliore dei modi. Ho apprezzato tanto il “giro” quotidiano, durante i pasti, tra le tavolate, perché si è interessato di ascoltare richieste, dare consigli e spiegazioni, dispensare battute spiritose e aggiornare sul programma di viaggio. E’ stato con immenso piacere che ho avuto modo di constatare la stima, l’affetto e l’attaccamento che ancor oggi serbano per il nostro Parroco i suoi ex parrocchiani d’oltre Tirreno.
Grazie p. Quintino e … alla prossima.

Franco Filippi

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