Costantino Imperatore testimone

Anche quest’anno nel nostro paese si è svolta la festa di Costantino Imperatore che, come sempre, ha richiamato moltissimi pozzomaggioresi anche da lontano e molti fedeli e devoti da ogni parte dell’isola.
In una società in cui prendono sempre più piede le idee materialiste e dove dilaga l’indifferenza religiosa, il coraggio di mantenere intatta per anni, nel nostro paese, una sagra così ricca di tradizioni e di amore per Santu Antine, ci rende fieri di essere pozzomaggioresi.

Non si parlerà, in quest’articolo, della vita di San Costantino perché è ben nota a tutti i lettori di Comunità, ma si vogliono mettere in risalto alcuni particolari di questa bellissima sagra che possono sfuggire nel corso della festa e che magari ci aiutano a capire, almeno in parte, i motivi per cui essa desta tanto interesse e tanta attrattiva.
E’ ben noto che San Costantino è nata ed è una festa religiosa e nel logudoro-meilogu non esistono altre feste più grandi e più famose della nostra. Ed allora il primo plauso va a chi organizza ogni anno la festa, cioè al Comitato di San Costantino; è questo un gruppo di uomini e donne molto affiatato, che si dedicano con tanto amore e dedizione e con vero spirito di sacrificio sia dei singoli sia delle rispettive famiglie, per la buona riuscita della festa. Molti di loro prendono le ferie per essere liberi per la festa; curano la chiesa, che rimane sempre aperta anche in orari notturni; promuovono la figura del Santo, distribuendo i Gosos e le immagini ai pellegrini che ne fanno richiesta.
Sempre il Comitato segue con cura l?ordine e la buona riuscita della processione ed assicurano l?adeguata vigilanza prima, durante e dopo l’Ardia. In collaborazione con l’obriere, il comitato organizza anche tutte le manifestazioni civili. Insomma il Comitato di San Costantino è il garante della buona riuscita della sagra e tutti i pozzomaggioresi debbono essere grati al presidente, all’obriere e a tutti i suoi componenti per l’ottima realizzazione della manifestazione.
Il primo evento della festa è il cosi detto rilevamento del clero un’usanza che resiste ancora in paese ma diciamo pure una bella tradizione da mantenere. In pratica l’obriere accompagnato da tutte le bandiere religiose, dagli immancabili fucilieri, dalla banda musicale, da su caddu e punta con la scorta e tutti gli altri cavalieri si dirigono in parrocchia per rilevare il sacerdote per poi andare tutti insieme con le altre autorità civili e militari verso la chiesa di S.Costantino.
Il rilevamento del clero è un gesto di cortesia verso l’autorità religiosa che è sempre esistito ed in paese si esegue per tutte le feste, ma non è soltanto un gesto di cortesia. Infatti all’arrivo degli obrieri con le bandiere e dei membri del comitato, il parroco benedice prima gli obrieri e poi passa a benedire i cavalieri presenti; gli uni e gli altri rispondono facendo il Segno di Croce. Questo è un gesto da mettere in risalto perché con quel segno di Croce gli obrieri ed i cavalieri ci danno una testimonianza di fede, col segno di Croce esprimono il loro credo in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Come fece Costantino Imperatore anch’essi professano la fede nel Vangelo di Gesù e come soldati di Cristo si impegnano a difendere la Chiesa.
Dopo la benedizione parte il corteo verso la chiesa di San Costantino, prima i cavalli ben ordinati e guidati con dignità, e poi tutti gli altri; il corteo è preceduto ed accompagnato dagli immancabili ed instancabili fucilieri, che annunciano a tutti anche a chi è lontano o distratto che sta per passare la processione. La fucileria poi svolge un ruolo di primo piano anche durante l’ardia.
L’ardia del 2000 è stata come sempre bellissima e spettacolare con le pariglie sempre ben riuscite in particolar modo da parte di coloro che curano i cavalli da intere generazioni, e pertanto hanno con i cavalli un’intesa perfetta. Da evidenziare la crescente partecipazione delle donne all’ardia, un elemento innovativo che tende ad arricchire la manifestazione.
La processione di San Costantino molto ordinata e con numerosi fedeli, quest’anno ha visto inoltre la partecipazione della Confraternita di Santa Croce; questo può sembrare ai più giovani o agli inesperti di nostre tradizioni una novità o un cambiamento rispetto alle nostre usanze. Ma per gli anziani che custodiscono nella loro memoria le feste di un tempo non è un innovazione bensì un ritorno alle origini; infatti nei primi anni di festeggiamenti di San Costantino erano presenti in parrocchia varie Confraternite (la confraternita di N.S. d’Itria, la confraternita del Rosario, la confraternita di San Giuseppe, e di Santa Croce) che partecipavano con le caratteristiche vesti ed insegne anche alla processione.
Come sempre poi completano la festa di S.Costantino i punti di ristoro e le immancabili bancarelle di torrone e pesce arrosto oltre a mille altri articoli. Tra gli espositori si vuole ricordare un artigiano locale il maestro Paolo Calaresu che con una ricca vetrina di coltelli artigianali (resolzas) ha attratto numerosissime persone che rimanevano entusiaste della bravura dell’artista. Questo vuole essere anche un invito ai pozzomaggioresi a non aver paura ad esporre i prodotti locali ad es. dolci, formaggi, manufatti, tappeti lavori in pietra, legno o ferro poiché in molte di tali attività non siamo secondi a nessuno.
Un particolare incoraggiamento tutta la comunità deve rivolgerlo poi ai nuovi obrieri, la leva del 1966, che hanno rilevato la bandiera ed in collaborazione al comitato organizzeranno la festa per il prossimo anno; è un gesto molto bello e meritano la nostra ammirazione.
Vorrei concludere con un pensiero che spesso mi viene in mente e che ora vorrei diventasse un invito alla riflessione per tutti i pozzomaggioresi: se Costantino Imperatore oggi fosse vivente e vedesse come si svolge questa festa, cosa ne penserebbe?

Il Priore Graziano Arru

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