Il giorno 29 Aprile si sono svolti nel nostro paese i festeggiamenti in onore di San Giorgio martire, nostro patrono. Intanto facciamo notare che quest’anno si è dovuto spostare la data dal 23 al 29 in quanto il 23 è stata celebrata la Santa Pasqua. Le feste o le solennità in onore del Signore hanno la precedenza assoluta su qualsiasi altra festa in onore dei Santi. Gesù infatti è l’unico Salvatore e Redentore nostro, è il Santo per eccellenza, ed esiste la santità degli uomini in quanto uniti a lui e alla sua vita.
Per cui anche i festeggiamenti di un santo devono necessariamente portare all’amore e alla venerazione del Signore. Altrimenti il nostro rischia di trasformarsi in un culto ad idoli più o meno pagani.
Il martire Giorgio è un fulgido esempio di testimonianza per la causa di Cristo e i meriti che gli si attribuiscono sono solo in virtù della sua imitazione a Cristo medesimo.
La mattina del 29, dunque, dopo la Santa Messa solenne, è stata portata in processione la statua del nostro Santo patrono, accompagnato dai cavalli e i cavalieri, la banda musicale, i Confratelli della Santa Croce, i sacerdoti, l’obriere, le autorità e buona parte del popolo di Dio. In tutti traspare una certa fierezza di poter accompagnare il martire Giorgio lungo alcune vie del nostro paese e rendergli così onore.
Quasi alla fine del tragitto si giunge così alla piazza centrale, il forum del nostro paese. Ai due lati, sistemata lungo i marciapiedi, c’è una folla rilevante di persone, grandi e piccoli, tanta gioventù… Gente vestita a festa che, si presume attenda il passaggio della processione per rendere omaggio al Santo Patrono.
Invece con grande rammarico notiamo che tutti (o quasi) puntano il loro sguardo sui cavalli e subito ne fanno i commenti, mentre al passaggio del Crocifisso, del simulacro del Santo e delle bandiere religiose pochi accennano a fare un segno di Croce. Una vera e propria allergia al segno di croce causata da un’indolenza cronica!
Dagli sguardi e dalle espressioni di quelle persone traspare solo della curiosità per un carosello equestre e addirittura dell’ironia verso le componenti più importanti di una processione religiosa.
Nel cuore e nella mente di quelle persone non c’è posto per il vero culto e la vera devozione al martire Giorgio, e nè certamente per la recita di una piccola preghiera. Eppure quelle persone sono vestite a festa! Per festeggiare il loro Santo Patrono o per il passaggio di loro maestà e santità i cavalli!?
Ma che senso ha fare festa ad un Santo, se non si attribuisce il giusto onore alla giusta causa?
i Confratelli