L’anno 1998 è stato dichiarato dal papa “anno dello Spirito santo”.
Ebbene in tutto ciò che è successo a Pozzomaggiore per quanto riguarda le “feste popolari” di alcuni santi, io ci vedo proprio l’opera e la presenza dello Spirito santo.
Lo Spirito esorta, incoraggia, purifica, illumina… Certamente sono profondamente amareggiato per quanto è successo, soprattutto per come è successo. Dispiace soprattutto per l’ostinazione e la ribellione alla autorità ecclesiastica (Sinodo, Vescovo, parroco) che taluni, in nome delle tradizioni, hanno dimostrato. Tutte le cose vanno viste con calma, vanno esaminate con intelligenza e apertura d’animo. Io sono il primo a dire che le tradizioni vanno rispettate e conservate. Ma quelle buone, quelle autentiche, quelle che oggi possono avere un valore, un significato. Il peggio è che spesso delle tradizioni si vogliono conservare solo gli aspetti peggiori e più negativi. Per conservare le tradizioni bisogna prima di tutto conoscerne le origini, i motivi per cui sono nate, e cercare soprattutto di conoscerne veramente l’autenticità. Io non ho conosciuto nè Abramo, nè Garibaldi, per dire che non sono così vecchio, e inoltre sono completamente nuovo di questo ambiente e di queste usanze. Ma sono convinto che col ragionamento posso capire il significato di certe tradizioni e intuirne l’importanza. Vogliamo salvare le tradizioni? Vogliamo fare contemporaneamente l’Ardia e la Santa messa? Allora torniamo veramente all’origine, alla tradizione. Incominciamo a eliminare dal Sagrato della Chiesa tutto ciò che sicuramente all’origine non c’era: giostre, musiche varie, spari, bancarelle, bettole, certi spettacoli, ecc. Pretendiamo che i cavalieri partecipino veramente con fede e con raccoglimento. Evitiamo che l’ardia sia l’occasione per mettersi in mostra o per esporre il proprio cavallo. Eliminiamo ogni genere di competizione… Ritorniamo a fare i giri intorno alla Chiesa con rispetto e raccoglimento e pregando, e non bestemmiando (come fanno tanti), e allora l’Ardia ritornerà ad essere veramente un Rito sacro e potrà anche essere accompagnato dalla Santa Messa… allora diventerà veramente tutto una preghiera: Allora potrò mettere le trombe esterne durante la celebrazione della santa messa perchè tutti passano veramente unirsi in preghiera e tutto diventerà un’unico rito sacro. Allora sì che io sarò il primo a dire salviamo le tradizioni, ma quelle sane, quelle buone. Riportiamo le cose alla loro origine. Le feste religiose sono nate per venerare il santo e per manifestare pubblicamente la propria fede e devozione. Tutti i nostri antenati sentivano il dovere prima di tutto di partecipare alla Messa e di avvicinarsi ai sacramenti. Ed ecco allora subito una domanda: abbiamo qui mantenuto le tradizioni? Quanti di coloro che parlano di tradizioni si impegnano a venerare il Santo in questo modo?
San Costantino e San Pietro hanno fatto tanto per portare il cristianesimo in tutto il mondo, lasciandosi guidare dalla forza dello Spirito Santo, e noi forse stiamo pensando ad altro. Ciò che veramente ci interessa non è conoscere, amare e venerare il Santo, ma mettere altre cose in primo piano e questo senz’altro non è un lavorare per divulgare il cristianesimo, bensì un favorire il paganesimo.
P. Quintino